La recente interpellanza presentata da Nicola Morini di Tiferno Insieme e la mozione della maggioranza inerente la “Raccolta Civica” hanno evidenziato una situazione di difficoltà del comparto museale facente capo al Comune di Città di Castello. Un museo può difficilmente autosostenersi con la vendita dei biglietti, ma il dato economico desunto dal rapporto fra spesa e incassi è utile per capire il livello di valorizzazione e promozione dei beni artistici locali. Nel 2105 per i Musei che fanno direttamente capo al Comune tifernate sono stati spesi 50.000 euro per la manutenzione-utenze e 107.000 per la gestione regolata da una convenzione con “Il Poliedro”. A fronte di un totale di spesa di circa 160.000 euro, per la Pinacoteca l’introito derivante dai biglietti pagati è di 25.000 euro e i visitatori sono stati 6.500 circa. Uno scarso risultato. Queste considerazioni fanno il paio con la dispersione del patrimonio archeologico cittadino che la maggioranza, giustamente, ha chiesto di radunare attorno alla “Raccolta Civica” già esistente anche se non esposta. I reperti di Trestina-Fabbrecce si trovano a Cortona e i mosaici romani a Gubbio perché le amministrazioni tifernati non li hanno rivendicati, i reperti più preziosi della “Raccolta Civica” si trovano a Perugia presi dalla Sovrintendenza senza gli amministratori di Città di Castello se ne fossero accorti, lo scavo ex-Fat che aveva individuato le canalizzazioni di antiche terme romane è stato spazzato via sotto il naso dell’attuale giunta e i reperti dispersi non si sa bene dove. Tiferno Insieme invece giudica positivamente la decisione annunciata dall’assessore tifernate alla cultura Bettarelli di voler realizzare un biglietto museale unico a livello comunale e intercomprensoriale con Sansepolcro. Ma per una parte considerevole del patrimonio storico-artistico tifernate probabilmente è purtroppo ormai tardi.