Potrebbe arrivare entro l’estate il processo d’appello per padre Gratien Alabi, il sacerdote di origine congolese, condannato dalla corte d’assise di Arezzo a 27 anni per l’omicidio volontario e l’occultamento del cadavere della 50enne Guerrina Piscaglia scomparsa da Ca Raffaello di Badia Tedalda tre anni fa. La richiesta è stata depositata venerdì scorso. I legali di padre Gratien Alabi, Riziero Angeletti e Francesco Zacheo, hanno presentato il ricorso in appello venerdì contro la sentenza emessa lo scorso 24 ottobre, nel giorno del 52esimo compleanno di Guerrina Piscaglia. Da allora sono infatti passati i 90 giorni di termine: gli avvocati Zacheo e Angeletti hanno lavorato con attenzione per cercare di smontare le 250 pagine di motivazioni con le quali la corte d’assise ha blindato la sentenza. Ed era chiaro che i legali avevano intenzione di sfruttare tutto il tempo a loro disposizione.
L’intenzione della difesa è quella di ribaltare la situazione. Il giudice di appello infatti, ha la facoltà di dichiarare la nullità totale o parziale della sentenza appellata. Secondo quanto auspicato dalla difesa, se i giudici terranno conto della condizione di padre Gratien, sottoposto a misura cautelare all’interno del convento romano dei padri Premostratensi, il processo d’appello potrebbe prendere il via già a maggio. Poi, se la corte fiorentina non richiederà l’ascolto di testi o ulteriori perizie, l’intero processo potrebbe concludersi in un paio di udienze.