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CISL: La sicurezza è una cosa seria. Il personale di Polizia penitenziaria aretina non condivide lo spostamento di tre unità a Siena. A rischio il sistema della sicurezza

Spostare personale da Arezzo a Siena significa esporre questo territorio ai minimi canoni di sicurezza. A denunciare questa eventualità il responsabile CISL della Polizia penitenziaria di Arezzo, Alfonso Galeota. Non comprendiamo, prosegue Galeota, perché un dirigente Generale dell’Amministrazione della Giustizia abbia potuto emanare un tale provvedimento che ha il solo risultato di spostare il problema della sicurezza legato agli istituti di pena da una città all’altra in questo caso, da Siena ad Arezzo.
Secondo l’atto emanato il reparto di polizia penitenziaria di Arezzo dovrebbe trasferire tre unità di polizia, per tutto il periodo estivo, al reparto di Siena perché Arezzo, in questo momento, dove l’istituto attende ancora il completamento dei lavori di ristrutturazione, avrebbe i numeri per cedere le tre unità.
Già la scora settimana, prosegue il responsabile della CISL, congiuntamente alla CGIL abbiamo manifestato il nostro netto dissenso motivandolo.
Attualmente, il personale impiegato alla vigilanza ed alla sicurezza della struttura aretina è appena sufficiente; se si dovessero inviare le 3 unità, secondo quanto previsto dall’atto amministrativo, verrebbe meno proprio la garanzia della sicurezza. Ci preme puntualizzare che, aggiunge Galeota, nonostante la struttura sia parzialmente funzionante continua ad avere almeno un nuovo ingresso giornaliero per vari tipi di reato, con successive udienze in tribunale e trasferimenti di essi. E infine, cosa di non poco conto, la casa circondariale di Arezzo ospita reparti con utenza e tipi di reato da non sottovalutare in chiave di sicurezza.
Depotenziare un reparto per potenziarne un altro, creando anche aggravi erariali in termini di lavoro straordinario e servizi di missione, in un periodo dove la direzione di Arezzo aveva pianificato il piano ferie del personale, senza far ricorso a straordinari e né ad altre indennità da sostenere in termini di spesa pubblica ci sembra, francamente, del tutto illogico
Questo provvedimento del prap Toscana-Umbria, vanifica il lavoro fatto dalla direzione con le sigle sindacali in anni di trattative, dove gli accordi si cambiano se serve in maniera bilaterale.
La decisione di mettere la casa circondariale di Arezzo a dura prova di efficienza e sicurezza con l’aggravio di spesa pubblica che ricade sul singolo contribuente, riteniamo che sia una scelta folle e senza fondamenta, perché la realtà di oggi di quel reparto proviene da anni di lavoro al tavolo delle trattative nel rispetto delle regole dei contratti di categoria e norme applicative degli stessi.
Con amarezza e disappunto constatiamo che, anche quest’ultima è una delle tanti decisione repentine che non affronta il problema alla radice: gli istituti di pena sono in perenne sovraffollamento con utenza di ogni etnia e Religione.
La CISL ha il dovere di denunciare gli effetti devastanti che provocherebbe questo provvedimento. Se applicato, toglierebbe personale da Arezzo a favore di altre province, ed esporrebbe il San Benedetto ai minimi canoni di sicurezza.
Se si dovesse procedere su questa strada, conclude Alfonso Galeota, è evidente il fallimento dell’amministrazione.

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