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Giallo Guerrina Piscaglia: 25 anni in appello a padre Gratien. Condanna confermata con lieve sconto di pena

Padre Graziano, o padre Gratien Alabi che dir si voglia, il sacerdote congolese accusato dell’omicidio volontario e dell’occultamento del cadavere di Guerrina Piscaglia, è stato condannato dalla corte d’assise d’appello di Firenze a 25 anni di carcere. Con questa condanna la corte ha parzialmente riformato la sentenza di primo grado, che aveva inflitto una pena al religioso di 27 anni. E’ questa la sentenza del processo d’appello a padre Alabi Gratien, conosciuto come padre Graziano, accusato dell’omicidio di Guerrina Piscaglia, 50 anni, allontanatasi dalla sua abitazione di Ca’ Raffaello, nel comune di Badia Tedalda, l’1 maggio 2014 per dirigersi in parrocchia e da allora scomparsa nel nulla. “E’ una sentenza razzista –  è lo sfogo di Padre Graziano – confermo la mia innocenza. Sono fiducioso nella Cassazione ma oggi non è stata fatta giustizia”. La riduzione della condanna da 27 a 25 anni è dovuta a un riformulazione della pena, ovvero a un conteggio puntuale degli anni inflitti in base ai reati. Ma per conoscere in dettaglio perchè è stata adottata questa decisione, bisognerà leggere le motivazioni della sentenza. La difesa di padre Graziano, durante l’arringa, ha chiesto l’assoluzione. La difesa oltre alla richiesta di assoluzione piena del sacerdote congolese, aveva chiesto in subordine la riapertura dell’istruttoria per ascoltare di nuovo alcuni testimoni e un consulente tecnico. La Procura generale rappresentata dal sostituto procuratore Luciana Piras e il pm della Procura di Arezzo, Marco Dioni, con le parti civili, avevano chiesto alla Corte di confermare i 27 anni di reclusione per omicidio e distruzione di cadavere inflitti ad Arezzo in primo grado con sentenza emessa il 24 ottobre 2016. Padre Graziano è arrivato ieri mattina a Firenze in treno da Roma: il sacerdote sta scontando gli arresti domiciliari in convento con il braccialetto elettronico. In vista del processo di appello, nei giorni scorsi il Tribunale di sorveglianza ha concesso l’autorizzazione dello sgancio del braccialetto elettronico per seguire le udienze.  

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