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Buone le percentuali di vaccinazioni in Toscana, preoccupanti i numeri relativi alle dipendenze

Buono il bilancio complessivo delle recenti campagne vaccinali in Toscana. Il 30 aprile infatti scadeva il termine entro cui le scuole dovevano segnalare alle Asl gli alunni non in regola ai fini degli adempimenti di loro competenza. La legge ha consentito di arrivare di nuovo a percentuali molto alte per quello che riguarda le vaccinazioni. Le determinazioni in ordine alla presenza a scuola le prenderanno le autorità scolastiche, la Regione ha dato indicazioni sul fatto che può esserci su questo una tolleranza per chi ha già preso l’appuntamento per effettuare la vaccinazione oppure per effettuare il colloquio propedeutico per il resto poi le norme sono le norme previste dalla legge, che le autorità scolastiche applicheranno. Rimanendo nel panorama sanitario toscano emerge che nel 2017 in Toscana oltre 29mila persone sono state in carico ai servizi per le dipendenze, centri adibiti alla prevenzione, la diagnosi, la cura e la riabilitazione delle dipendenze patologiche. 16.697 persone hanno usufruito del servizio per sostanze stupefacenti illegali, 5.338 per alcoldipendenza; 3.500 persone per fumo di tabacco, 1.465 per il gioco d’azzardo patologico, infine 1.000 sono detenuti tossico/alcoldipendenti. Numeri importanti resi noti dalla Regione Toscana in un comunicato che spiega che sono state 1.120 le persone tossico/alcoldipendenti che hanno usufruito di percorsi assistenziali nelle comunità residenziali e semiresidenziali. In Toscana le comunità terapeutiche sono 56, di cui 13 gestite dalle Asl e 43 dagli anti ausiliari, per un totale complessivo di 1.119 posti. I dati nazionali risalenti alla relazione annuale al parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia del 2017 presenta un aumento del 15% di nuove utenze in trattamento, su un totale di 143.271 utenze. L’uso primario risulta essere l’eroina al 68%, seguono cocaina e cannabis rispettivamente al 17% e 11%. Tra donne e uomini la differenza percentuale è netta, l’86% delle utenze in trattamento è maschile mentre solo il 13% è femminile.

 

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