Si è tenuta nella Sala Giunta di Palazzo Donini, a Perugia la tradizionale conferenza-stampa di fine anno della presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini. All’incontro con la stampa hanno partecipato tutti i componenti della Giunta regionale. Tanti e tutti molto importanti gli argomenti trattati. Dal piano sanitario, al terremoto e sullo sfondo un rapporto a dir poco problematico col Governo, soprattutto alla luce di una manovra finanziaria di cui ancora non si conoscono molti aspetti. Il vicepresidente della Regione, Fabio Paparelli, tracciando un bilancio, oltre che dei buoni dati sul turismo (+17% di arrivi e +11% di presenze nei primi 9 mesi del 2018, oltre i dati 2015 con 2700 letti in meno per via del terremoto), ma ha anche sottolineato i difficili rapporti col Governo a proposito del reddito di cittadinanza e delle decine d assunzioni in più promesse ma di cui ad oggi non si è visto nulla. L’assessore Barberini ha rimarcato il quinto anno consecutivo dell’Umbria come regione benchmark in Sanità: «Questo – ha commentato la presidente Marini – farà sì che nel 2019 di certo arriveranno più risorse che nel 2018». Sul fronte dei trasporti l’assessore Chianella ha ricordato che a gennaio ci sarà il passaggio ufficiale della Ferrovia centrale umbra a Rete ferroviaria italiana: il pieno mandato per chiudere è stato dato all’amministratore unico di Umbria Mobilità dall’Assemblea dei soci nel corso dell’ultima riunione. L’assessore Fernanda Cecchini a sua volta ha dato aggiornamenti sui pagamenti relativi al Piano di sviluppo rurale. «L’anno era cominciato male, ha detto, ma ora si è arrivati a 108 milioni versati da Agea e si può sperare in altri decreti da qui a fine anno. Aprono poi in questi giorni tutti i bandi relativi a investimenti per giovani, imprese agricole e trasformazioni con 50 milioni, a fine anno anche agriturismi per 2 milioni di euro». Sui rifiuti, ha invece ribadito quanto recentemente affermato nella conferenza stampa per fare il punto su discariche e raccolta differenziata, dicendo che dopo quanto successo a Gesenu nel 2015 poteva finire molto male, invece ad oggi la differenziata è al 65%, ci sono impianti nuovi e si sta procedendo con l’adeguamento delle discariche.