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Umbria, economia in bilico, crolla il pil Procapite, tiene bene l’export.

Economia globale indebolita, l’Umbria torna a muoversi seppure a rilento. Sono stati presentati i dati dell’ultimo rapporto Ires Gcil della regione dal quale emerge come le aziende stiano faticando a riemergere in un periodo di forte crisi. Il 2018 si è chiuso con un +0.9% supportato dall’export che ha contribuito a tenere a galla l’economia regionale nel 2019, però, i dati sembrano delineare un quadro economico orientato alla stagnazione bloccata ad un -0,1%.

La domanda interna delinea una crescita interna lenta seppure le aziende continuino ad investire, tutto si regge sull’export che tiene bene in quanto a percentuali. Riguardo all’offerta di lavoro in Umbria l’occupazione complessiva ha fatto registrare nel secondo trimestre del 2019 un incremento dell’1,6% corrispondente a circa 5mila e 600 posti di lavoro in più anche se si registra un ridimensionamento del lavoro dipendente che è nettamente diminuito. Le assunzioni a tempo indeterminato pur in rallentamento fanno registrare una certa dinamicità passando da un +24% di giugno 2018 a +8,2%.

L’attività imprenditoriale evidenzia un tasso di sviluppo caratterizzato da un ritmo piuttosto modesto con un +0,1% che mantiene e conferma un orientamento sostanzialmente stagnante da ormai tre trimestri consecutivi. Dando uno sguardo al Pil procapite a confronto non solo con il panorama nazionale ma anche con alcuni Paesi europei quali Germania e Spagna emerge come la regione Umbria sia letteralmente crollata a confronto con i dati relativi a 10 o addirittura 20 anni fa. Restare a galla per famiglie e aziende è sempre più difficile.

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