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Un grande diplomatico e il suo legame con Anghiari

La storia dello svizzero Paul Ruegger, che ebbe uno stretto rapporto con la Valtiberina

Paul Ruegger (a sinistra) in alta uniforme a Roma nel 1936

In un momento storico in cui il mondo avrebbe davvero bisogno di abili diplomatici, ci piace ricordare un personaggio che nel corso del Novecento ha dato il proprio contributo alla risoluzione di importanti crisi internazionali, prestando particolare attenzione al tema della difesa dei diritti umani e della pace. Si tratta dello svizzero Paul Ruegger, che pur essendo più noto all’estero che in Italia ha tuttavia avuto uno stretto legame con il nostro Paese, e in particolar modo con Anghiari.

Ma andiamo con ordine, partendo dalla nascita, avvenuta a Lucerna il 14 agosto 1897. I primi anni di vita il futuro diplomatico li trascorse però a Gonobitz, allora nell’Impero austro-ungarico (oggi Slovenske Konjice in Slovenia), dove si era trasferito al seguito del padre Julius, precettore dei figli del principe Windisch-Graetz. Dopo il rientro della famiglia in Svizzera frequentò la scuola cantonale di Lucerna e studiò quindi diritto a Losanna, Monaco di Baviera e Zurigo, dove conseguì il dottorato.

La carriera diplomatica

Nel 1918 iniziò a lavorare al Dipartimento politico svizzero (il futuro Ministero degli esteri) come collaboratore di Max Huber e presto divenne primo segretario della delegazione elvetica presso la Società delle Nazioni. Nel frattempo, tra il 1922 e il 1924 insegnò diritto internazionale all’Università di Ginevra, mentre tra il 1926 e il 1928 prestò servizio presso la Corte permanente di giustizia internazionale dell’Aja. Di nuovo alle dipendenze del Ministero degli esteri della Svizzera rivestì ruoli diplomatici a Parigi e Roma, dove fu ambasciatore a partire dal 1935.

Paul Ruegger nel 1944

Nel giugno 1940, quando l’Italia entrò nella seconda guerra mondiale, Ruegger rappresentava a Roma numerosi Paesi coinvolti nel conflitto, e ben presto entrò in contrasto con il ministro degli esteri Ciano e con Mussolini. Causa principale dei dissapori fu la sua opposizione ad un ulteriore ingente prestito dalla Svizzera all’Italia dopo quello già concesso dal governo elvetico all’ingresso del nostro Paese nel conflitto. Da un telegramma di Ciano all’ambasciatore italiano in Svizzera Tamaro:

“…si è qui dovuto con rincrescimento rilevare come atteggiamento Ministro Ruegger non corrisponda in alcun modo a cordialità dei rapporti italo-svizzeri. Recentemente, orientamenti signor Ruegger e dei suoi familiari hanno acquistato carattere sempre più avverso all’Italia ed al Regime dimostrando in modo definitivo che questo Ministro di Svizzera non è persona idonea a svolgere utilmente missione diplomatica affidatagli”.

Nel 1942, dietro forti pressioni italiane, Ruegger fu dunque richiamato a Berna. Due anni più tardi divenne ambasciatore svizzero nel Regno Unito. In quel periodo si occupò inoltre del ripristino delle relazioni diplomatiche tra la Confederazione e l’Unione Sovietica, interrotte dal 1918, e seguì da vicino la nascita dell’Organizzazione delle nazioni unite. Dopo che tra il 1943 e il 1944 aveva già collaborato con il Comitato internazionale della Croce rossa, ne divenne presidente il 10 febbraio 1948. Rivestì tale ruolo fino al 1955, continuando poi a far parte dell’organismo fino al 1973. Tra il 1965 e il 1979 tornò ad insegnare diritto internazionale umanitario a Ginevra. Fu inoltre membro di altri importanti organismi internazionali – tra cui l’Organizzazione internazionale del lavoro e la nuova Corte internazionale di giustizia – e ricevette numerose lauree honoris causa e ulteriori riconoscimenti.

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Protagonista del Novecento

Come detto, Paul Ruegger rivestì un ruolo di primo piano in molti passaggi delicati della storia del Novecento. Solo per fare alcuni esempi, nel 1948 in occasione della guerra arabo-israeliana si recò in prima persona in Palestina riuscendo a garantire l’evacuazione di migliaia di civili da Gerusalemme che si trovava in stato di assedio. L’anno successivo organizzò la conferenza diplomatica sulla revisione delle Convenzioni di Ginevra, ottenendo un insperato successo con la ratifica dei quattro documenti tuttora in vigore, ai quali si fa riferimento in tema di rispetto dei diritti umani anche durante gli eventi bellici di queste settimane. Nel 1953 conseguì un altro significativo risultato con il riconoscimento della competenza della Croce rossa internazionale nell’assistenza ai prigionieri politici. Su iniziativa della stessa organizzazione umanitaria, svolgendo una funzione fino ad allora inedita per la Croce rossa, ebbe inoltre un importante ruolo di mediazione nell’ambito della crisi dei missili di Cuba che nel 1962 portò Stati Uniti e Unione Sovietica sull’orlo della terza guerra mondiale.

Paul Ruegger e la Valtiberina

In Italia Ruegger, dopo la citata esperienza diplomatica conclusa durante la seconda guerra mondiale, tornò a stabilirsi a seguito del matrimonio con la marchesa fiorentina Isabella Francesca Fossi, sposata in seconde nozze nel 1971. La Fossi era stata la moglie dell’intellettuale Giacomo Lumbroso, che tra i tanti possedimenti di famiglia era proprietario della villa La Speranza, presso il passo della Scheggia nel comune di Anghiari. Qui Lumbroso si era ritirato dopo l’allontanamento dal fascismo a cui aveva inizialmente aderito. Come ricorda una lapide apposta sopra l’ingresso de La Speranza dalla moglie, era stato poi ucciso nel 1944 durante la Liberazione di Firenze.

Villa La Speranza

Dopo il matrimonio Ruegger e la Fossi vissero nel capoluogo toscano, ma divenne abituale la frequentazione de La Speranza, che la donna aveva ereditato, e da qui il legame con la comunità di Anghiari. A confermarlo c’è anche la donazione, nel 1977, di un’acquasantiera da parte di Ruegger e della moglie alla cappella di San Marco Evangelista della Misericordia lungo corso Matteotti.

Acquasantiera donata da Paul Ruegger

Ma a testimoniare ancora più saldamente il particolare rapporto che si era instaurato con la cittadina valtiberina vi è la decisione di Paul Ruegger di essere sepolto proprio nel cimitero di Anghiari. Qui riposa dal 1988, anno della morte, in una tomba condivisa con la moglie. Il sepolcro ha col tempo pagato un po’ di trascuratezza; va all’appassionato di storia locale Mirco Draghi il merito di averlo notato e ripulito, compiendo così il primo piccolo passo verso una maggiore valorizzazione di questo importante personaggio da parte del territorio che lui stesso aveva scelto nella parte finale della propria vita.

Tomba di Paul Ruegger

Riferimenti fotografici

La prima foto è in pubblico dominio; la pubblicazione della seconda e della terza è stata espressamente autorizzata dall’Archivio del Comitato Internazionale della Croce Rossa indicando i seguenti riferimenti:

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