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Nuove Acque, rinominato il cda uscente

Mandato fino a ottobre, slitta il cambio della guardia

Il presidente di Nuove Acque Paolo Nannini, riconfermato fino al 31 ottobre

L’assemblea dei soci di Nuove Acque, riunita oggi ad Arezzo, ha rinominato il consiglio d’amministrazione uscente, il cui nuovo mandato scadrà il 31 ottobre. Non si è dunque concretizzato il ventilato cambio della guardia che avrebbe dovuto portare per la prima volta alla guida della società un esponente del centrodestra, e segnatamente, secondo le indiscrezioni della vigilia, l’attuale commissario provinciale della Lega Matteo Grassi.

Restano invece al loro posto, almeno per qualche mese, il presidente Paolo Nannini e gli altri 8 membri del cda, di cui quattro di parte pubblica e quattro di parte privata. Nuove Acque è infatti una società mista le cui quote sono detenute per il 53,84% dai comuni e le Unioni montane dell’Aretino, cinque comuni senesi e le società pubbliche Coingas e Intesa Spa, mentre il restante 46,16% è appannaggio di Intesa Aretina Scarl, raggruppamento privato che riunisce Suez, Acea, Intesa San Paolo e Monte dei Paschi.

L’assemblea, che ha anche approvato il bilancio, ha optato per la rinomina sulla base dell’opportunità che il cda uscente approvi le tariffe del servizio idrico e completi dei progetti in essere. Con ogni probabilità ha però pesato la situazione di impasse che si era palesata nei giorni scorsi sulle nuove nomine.

In questo senso sono decisivi anche gli equilibri territoriali: “È interesse della nostra amministrazione avere nel prossimo cda un rappresentante della Valtiberina”, ha commentato a margine dei lavori Alessandro Bandini, consigliere del comune di Sansepolcro delegato alle società partecipate.

“L’assemblea dei soci – ha detto il presidente Nannini – ha espresso grande apprezzamento al lavoro svolto rinnovando il cda fino ad ottobre. Abbiamo approvato all’unanimità il bilancio della società da cui emerge il buon lavoro fatto in questi anni, deliberando altresì la distribuzione di due milioni di dividendi, che i comuni potranno utilizzare per le necessità della collettività e del territorio da loro amministrato. Abbiamo ancora tanto lavoro da portare a termine, la definizione di tutti i progetti e opere legati al Pnrr, la definizione del Piano degli interventi nell’ambito del procedimento di predisposizione del Piano economico e finanziario e la realizzazione degli investimenti già previsti”.

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