Nell’ultima seduta del consiglio comunale di Città di Castello sono stati votati il piano economico finanziario (Pef) dei rifiuti e le tariffe della Tari. Ad illustrare le pratiche l’assessore al bilancio Mauro Mariangeli, che ha parlato di un costo del servizio che “nonostante i rincari che stanno colpendo famiglie, imprese e pubbliche amministrazioni è rimasto sostanzialmente invariato”, con un incremento dell’1,2%. L’assessore ha quindi illustrato i profondi cambiamenti introdotti dall’autorità di regolamentazione Arera nel sistema di calcolo dei costi che si riflettono sulle tariffe: “più rifiuti fai e più paghi”, ha sintetizzato Mariangeli, sottolineando che “per le utenze domestiche diminuiscono i costi al metro quadrato e aumentano quelli agganciati al numero di componenti del nucleo di residenza”. Nel complesso il 37% dell’utenza avrà tariffe più basse, il 26% avrà rincari fino al 15% e il 37% avrà rincari superiori. Incremento medio intorno al 4% per le utenze non domestiche.
L’assessore ha quindi ricordato l’assenza dei fondi Covid che l’hanno scorso hanno permesso interventi di calmierazione, mentre ha spiegato che a questo scopo sono stati stanziati 276.000 euro di fondi di bilancio vincolati nell’avanzo di amministrazione: “L’incidenza non è però molto alta – ha ammesso Mariangeli – perché come previsto dalla normativa abbiamo dovuto fare un intervento lineare”. Annunciato inoltre che “l’amministrazione sta lavorando per capire come finanziare, dopo gli equilibri di bilancio di luglio, ulteriori detrazioni legate al parametro Isee”.
Il successivo dibattito ha visto una serie di interventi dei consiglieri di opposizione, aperti da Andrea Lignani Marchesani. L’esponente di Castello Civica ha parlato di scenario “molto pesante” ed ha contestato un sistema complessivo per cui “gli amministratori oggi se vogliono dare indirizzi politici lo devono fare attraverso bandi, demandandolo ad un secondo livello. Si prendono decisioni dando al comune l’onere di trovare nelle pieghe della legittimità modi per ammortizzarle”.
Filippo Schiattelli (Unione Civica Tiferno) ha invitato a “porre grande attenzione, anche in virtù della situazione congiunturale, alle famiglie numerose, magari con minori. Questo documento – ha detto – va anche nelle loro tasche, quindi mi sento fermamente convinto di votare contrario, auspicando poi un intervento a tutela delle fasce più deboli”.
Per Emanuela Arcaleni (Castello Cambia) “se è vero che il comune non ha grandissimi margini di intervento, in realtà alcune cose le potrebbe fare ma non le ha fatte”. Riferimento all’aumento dei costi di gestione e al fatto che “non si rende trasparente che fine facciano gli introiti che la gestione della discarica ha permesso di avere a bilancio”. La consigliera ha sollecitato a “utilizzare anche gli utili di Sogepu per sgravi della Tari” e ha invitato a fare passi in avanti nella direzione della tariffa puntuale: “Questo tipo di tariffa per cui ognuno pagherà non solo per quanto produce ma anche per che cosa produce avrebbe come effetto automatico anche l’incentivazione della raccolta differenziata e la riduzione dell’indifferenziato”, ha spiegato.
Valerio Mancini (Lega) ha esortato a puntare su “teconologie nuove nel rapporto tra rifiuti prodotti e tassa”, perché “la società è cambiata e non si può più ragionare su metri quadrati e numero di individui, ma valutare anche se questi individui si trovano effettivamente in un dato luogo”.
Secondo Luciana Bassini (Unione Civica Tiferno) “è quasi impossibile votare questo Piano perché è vero che il documento di Arera non rappresenta le scelte del comune, però ci sono scelte che andavano fattee fin da ora: mi auguro – ha affermato – che quanto prima avremo la possibilità di sapere quante famiglie possiamo in qualche modo aiutare”.
Ha quindi preso la parola il sindaco Luca Secondi, che ha evidenziato che “la Tari nel suo complesso non aumenta, ma viene ripartita diversamente rispetto agli anni precedenti”. In questo scenario “non viene rispettato il principio costituzionale della progressività, che l’algoritmo che viene applicato non tiene in considerazione. Le risorse di bilancio vincolate servono proprio a intervenire in quella direzione, sulla base del principio dell’Isee”, ha detto. “Questa è una calmierazione di situazioni di disagio delle famiglie – ha precisato il primo cittadino – ma non è un abbassamento delle tariffe, su cui non possiamo incidere come in passato quando potevamo intervenire sulla redistribuzione”. Rispetto ai temi emersi nel dibattito, Secondi ha precisato che “proprio le politiche scelte da Sogepu e gli investimenti fatti dalla partecipata ci hanno permesso di non impattare sui costi di gestione con aumenti importanti come avviene in altre realtà”. In merito alla tariffa puntuale, Secondi ha ricordato che anch’essa “non salva il principio della progressività, ma è stata comunque inserita nel bando di gara per l’affidamento del servizio”.
Al termine del dibattito il presidente del consiglio Luciano Bacchetta ha aperto la votazione, che ha portato all’approvazione del punto con l’assenso della maggioranza e la contrarietà degli 8 esponenti delle forze di minoranza presenti.