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Presentato a Sansepolcro il restauro della Programma 101

Convegno con Acli, Fondazione Capellaro, Cultura della Pace e Progetto Valtiberina: “Pensiero di Olivetti attuale oggi più che mai”

Presentato a Sansepolcro il restauro di uno dei pochissimi esemplari esistenti della celebre Programma 101. Il calcolatore, ricordato come il primo personal computer della storia, è stato sviluppato dalla ditta Olivetti negli anni sessanta ed è stato tra l’altro utilizzato dalla Nasa per la missione Apollo 11.

La macchina è stata collocata accanto al busto di Luca Pacioli presso l’Istituto tecnico biturgense. Nell’occasione la biblioteca della scuola ha ospitato un convegno che ha visto tra i relatori Emanuela Giulietti della Fondazione Natale Capellaro di Ivrea, intitolata all’operaio che progettò la calcolatrice meccanica Divisumma 24, ponendo le basi per il successivo sviluppo della stessa Programma 101.

La Fondazione Capellaro ha curato il restauro dell’esemplare avvalendosi dei propri tecnici, ex olivettiani come Gastone Garziera, che faceva parte della squadra dell’inventore della Programma 101 Pier Giorgio Perotto. Proprio Garziera, in videocollegamento da Ivrea, ha ripercorso molto dettagliatamente la storia della Programma 101 e dell’innovativa esperienza di Adriano Olivetti.

L’approccio dell’imprenditore piemontese ad un’economia creatrice di valore, e quindi in grado di contribuire alla costruzione alla pace come processo culturale, è al centro dell’attenzione dedicata all’iniziativa da parte dell’Associazione Cultura della Pace, rappresentata da Leonardo Magnani ed Elisa Celicchi.

Il restauro è stato promosso dal Circolo Acli di Sansepolcro, intitolato proprio a Olivetti, di cui la presidente Catia Savini ha illustrato l’obiettivo di fungere da punto d’incontro per creare dibattito su tematiche di interesse per la collettività e il territorio. Tra i relatori anche il presidente delle Acli di Siena Enrico Fiori, che ha toccato il tema dell’economia di condivisione.

Sull’attualità del pensiero di Adriano Olivetti si è soffermato anche il vice presidente di Progetto Valtiberina Massimo Mercati, che ha sottolineato come una tradizione che affonda le proprie radici fino a san Tommaso, dopo essere stata sconfitta negli anni sessanta dal prevalere del neoliberismo, torna oggi ad avere spazi di concretizzazione anche grazie alla diffusione delle società benefit.

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