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Provincia, ultime ore per le candidature. Polcri: “Ci sia turnazione”

Scadenza alle 12. Il PD critica Chiassai e la riforma Delrio: “Profondamente sbagliata”

Alessandro Polcri e Silvia Chiassai

Ha tempo fino alle 12 di domani, lunedì, il sindaco di Anghiari Alessandro Polcri per formalizzare la propria candidatura a presidente della provincia di Arezzo. Ad attendere la sua eventuale sfida c’è Silvia Chiassai Martini, intenzionata ad ottenere un secondo mandato alla guida dell’ente.

Polcri, che per scendere in campo necessita di 75 firme di consiglieri comunali dell’Aretino, aveva nelle scorse settimane sollevato la questione della rotazione territoriale, chiedendo la presidenza per un esponente della Valtiberina. Il centrodestra provinciale, con in testa il primo cittadino di Arezzo Ghinelli, aveva però optato per riconfermare la fiducia alla sindaca di Montevarchi. Sembrava uno stop definitivo a Polcri, ma il primo cittadino anghiarese non si è arreso, potendo pescare consensi in un bacino alimentato da un certo malessere sia tra i partiti che, soprattutto, tra civici e partiti, oltre che dalle dinamiche territoriali.

Polcri può inoltre ragionevolmente contare su un appoggio trasversale da almeno parte del centrosinistra, che non ha candidato nessuno e che se la prende sia con Chiassai che con la riforma Delrio. La discussa legge 56 del 2014 che ha stravolto l’assetto delle Province stabilisce tra l’altro che possano candidarsi alla presidenza solo sindaci che abbiano davanti a sé almeno 18 mesi di mandato. La data del 18 dicembre in cui si svolgerà la votazione esclude invece ben 26 sindaci: “Se la data di convocazione delle elezioni fosse stata antecedente di qualche giorno, e la presidente ne aveva la possibilità, non sarebbe stato così”, attacca il PD provinciale, che parla di “fatto inaudito che non ha precedenti”.

Al centrosinistra in questo modo erano rimasti candidabili solo i sindaci di Montemignaio e di Civitella. Entrambi hanno tuttavia declinato ”la pressante richiesta di messa a disposizione”, spiega il PD, che coglie l’occasione per auspicare ”una profonda modifica di una legge sbagliata come quella sulle province, seppur promossa da un nostro ex ministro, che consenta all’ente di tornare ad essere espressione diretta dei cittadini”.

Il centrosinistra si trova dunque a non scendere in campo direttamente, ma i propri consiglieri comunali (perché sempre per la riforma Delrio solo loro possono votare) avrebbero la possibilità di incidere in modo significativo se davvero si profilasse il confronto fra Chiassai e Polcri.

Quest’ultimo nel pomeriggio ha intanto diramato una nota interlocutoria in cui, tra l’altro, ricorda che ”uno degli obiettivi che dobbiamo perseguire nell’immediato futuro è quello di tornare a vedere nella Provincia la Casa dei comuni, di tutti i comuni, senza distinzione di appartenenza politica. Il ruolo del presidente, in questo contesto, dovrebbe quindi essere oggetto di turnazione, come avviene ad esempio nelle Unioni dei comuni, rimanendo al fianco degli enti senza dividerli, interagendo con la Regione per portare avanti gli interessi dei vari territori, che ricordiamocelo, non hanno colore. Da qui la necessità del massimo coinvolgimento di tutti i consiglieri provinciali e di tutti i sindaci, dai comuni più grandi ai borghi più piccoli, nelle scelte relative alla definizione dei programmi e nella gestione dell’Ente”.

Vedremo domani se queste parole – come tutto lascia presagire – si tradurranno in una effettiva candidatura alla presidenza della Provincia di Arezzo.

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