Il consiglio provinciale di Arezzo si è riunito ieri per la seconda volta dopo l’elezione del sindaco di Anghiari Alessandro Polcri alla presidenza. E proprio il nodo del rapporto tra presidente e assemblea è stato uno dei temi centrali del dibattito, con Polcri che ha ribadito la volontà di istituire le commissioni consiliari per favorire la partecipazione di tutto il consiglio alle decisioni.
Il consigliere di centrodestra Marco Morbidelli, sottolineando che “in questo consesso non c’è una maggioranza chiara”, ha replicato che “la buona volontà di gestire l’ente con le commissioni non va nella direzione giusta. Dovremo trovare un modo per andare avanti, ma non può essere il consociativismo. Noi ci siamo per quello che è coerente con il programma che abbiamo tracciato in questi anni”, ha detto ancora il consigliere di Castelfranco Piandiscò, “mentre chi a novembre ha votato contro il piano delle opere non so se a febbraio o marzo potrà cambiare opinione”.
La proposta di Polcri ha invece incontrato l’ok del centrosinistra: “Siamo d’accordo che questa provincia debba prendere una direzione”, ha detto il vicesindaco di Pratovecchio Stia Michele Ausilio, “e con l’inizio delle commissioni sicuramente si può avverare un processo diverso che finora non è stato, anche perché tutti noi, prima di rappresentare partiti politici, siamo amministratori e ci ritroviamo molte volte ad avere le stesse problematiche”.
Netto l’intervento in direzione contraria del consigliere Nicola Carini, già vice della precedente presidente Silvia Chiassai: “In questo clima di vogliamoci tutti bene proprio non mi ci rivedo. Qui non mancano le commissioni, qui manca la maggioranza. Possiamo fare tutte le commissioni del mondo, ma la politica è fatta di scelte sulla base di idee e valori, e io non posso scrivere un bilancio con chi si è presentato alle elezioni dalla parte opposta”, ha detto il presidente del consiglio comunale di Cortona, che ha chiesto infine a Polcri di “scegliere con quale maggioranza intende governare”.
“Lo schema dato dalla riforma del Rio, che io non condivido”, ha risposto Polcri, “fa sì che le decisioni le possa prendere solo il presidente, quindi la funzione di un consigliere delegato è consultiva, alla pari di quella di una commissione, come può confermare qualsiasi avvocato. La maggioranza è numericamente quel gruppo consiliare che ha un consigliere in più”, ha aggiunto, “ma maggioranza e presidente non sono legati né da un punto di vista né tecnico né politico. Dopodiché concordo con voi che invece questi due organi dovrebbero procedere di pari passo e l’auspicio di tutti è che vada in porto la proposta per tornare all’elezione diretta”, ha concluso.
A margine il consiglio provinciale ha approvato una mozione presentata dalla consigliera leghista di Chitignano Cinzia Santoni. Con il voto unanime dell’assemblea è stato dato mandato al presidente Polcri di individuare uno spazio del Palazzo della Provincia da intitolare entro l’8 marzo ad Anna Frank e Norma Cossetto. In più interventi è stato caldeggiato che si tratti di un luogo unico da dedicare ad entrambe. La proposta non ha incontrato obiezioni, eppure vi si può leggere l’ennesimo passaggio di uno sforzo uniformatore della politica che potrebbe produrre effetti diversi dalle intenzioni dichiarate: chiamare in causa la Shoah e una delle sue vittime più simboliche (“vittima” e non “martire”, come invece più volte impropriamente risuonato ieri in consiglio provinciale) non in quanto tali, ma per accomunarle a una vicenda altra, tragica ma differente, rischia infatti di avere un effetto banalizzante e infine genericamente assolutorio.