Con la delibera n. 7/2023 del 18 maggio 2023, l’Assemblea dell’AIT (Autorità Idrica Toscana) ha approvato l’aggiornamento biennale 2022-2023 della predisposizione tariffaria sulla base della quale l’ente grossista EAUT (Ente Irriguo Acque Umbre Toscane) vende l’acqua per uso potabile ai seguenti gestori del sistema idrico integrato: Nuove Acque, Umbra Acque e Acquedotto del Fiora. Attraverso la gestione della Diga di Montedoglio sul fiume Tevere e delle altre minori sul torrente Sovara, sul fiume Chiascio e sul torrente Foenna, l’EAUT garantisce un’erogazione idrica che negli ultimi anni ha fatto registrare significativi incrementi volumetrici.
Sulla base delle disposizioni dell’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) e in considerazione del fatto che il maggiore impianto di approvvigionamento idrico, Montedoglio, ricade in Toscana, l’Assemblea dell’AIT si è trovata a convalidare un moltiplicatore tariffario che porterà ad un aumento, seppur lieve, degli importi che i gestori come Nuove Acque dovranno riconoscere al grossista EAUT. Dai calcoli tecnici fatti in seguito all’aggiornamento del piano economico finanziario è emerso che il coefficiente sul quale saranno quantificati gli aumenti passerà da 1,013 a 1,049. Rapportando tale dato ai metri cubi che Nuove Acque sta acquistando da EAUT e alle tariffe precedentemente stabilite, sarà quindi possibile quantificare il rincaro che inevitabilmente ricadrà, seppur indirettamente, sull’utenza finale: in merito a ciò si consideri che nel 2021 il grossista ha effettuato un servizio di adduzione a Nuove Acque per 9.833.594 metri cubi d’acqua, ognuno dei quali è stato venduto a 0,1297 euro.
Al di là dell’aggiustamento, in eccesso, delle tariffe, ciò che potrebbe sembrare anomalo è che a validare lo stesso moltiplicatore sono stati i comuni facenti parte dell’Assemblea dell’AIT, ovvero gli stessi che sono anche soci pubblici di quei gestori che dovendo poi sostenere un maggiore esborso per l’acquisto di acqua grezza, non potranno fare altro, a loro volta, che scaricare sugli utenti finali i medesimi incrementi. In pratica una sorta di cortocircuito, aggravato dal fatto che ci sono comuni, quelli valtiberini, che pur essendo costretti a convivere geograficamente con l’invaso di Montedoglio continuano a non avere benefici dalla vicina presenza di tale impianto. Da questo punto di vista potrebbe dunque destare curiosità il fatto che pure il comune valtiberino che è membro dell’Assemblea dell’AIT, Anghiari, abbia – assieme a tutti gli altri presenti – votato a favore di questo dispositivo. Indubbiamente la proposta è stata presentata sotto un profilo prettamente tecnico e di fronte alla complessità (talvolta contorta) del modello gestionale idrico toscano e alla rigidità delle disposizioni dell’ARERA, in questi casi il margine di azione di un amministratore è pressoché minimo. Tuttavia, se i rappresentanti dei cittadini sono chiamati a pronunciarsi su certe materie, sarebbe forse opportuno abbandonare le forme imposte dalla prassi per ripristinare uno spazio politico di discussione che in casi come questi sembra essere del tutto assente.