Si intitola “Le parole della salute circolare” lo spettacolo a sfondo scientifico che ha per protagonista la nota virologa Ilaria Capua. Nei giorni scorsi è andato in scena nell’ambito del Festival dei Cammini di Francesco a Pieve Santo Stefano, all’interno della chiesa della Collegiata – allestita per l’occasione come un vero e proprio teatro per ovviare al maltempo che minacciava la performance, inizialmente prevista all’aperto.
Ilaria Capua e l’attrice Antonella Attili si sono esibite di fronte ad un pubblico molto numeroso, mettendo in evidenza con tanti esempi le interconnessioni che caratterizzano il pianeta e che incidono direttamente sulla salute. La narrazione è stata scandita attraverso riferimenti ai quattro elementi fondamentali – terra, aria, acqua, fuoco – e a personaggi che nel corso della storia hanno avuto la curiosità, l’immaginazione e il coraggio per arrivare a innovare in modo decisivo le conoscenze mediche della propria epoca.
Ecco allora Antoni Van Leeuwenhoek che nel XVII secolo inventa il microscopio scoprendo l’universo della biodiversità; Girolamo Fracastoro che nel ‘500 intuisce l’esistenza dei microbi; John Snow che nel XIX secolo, studiando la diffusione del colera, coglie la connessione con l’acqua contaminata; Alexander Fleming che nel 1928 scopre la penicillina e apre la strada agli antibiotici, per poi mettere in guardia da un loro abuso in grado di generare superbatteri resistenti; e infine Vesalio, che nel XVI secolo, dopo aver messo in discussione Galeno, introduce la tridimensionalità nello studio dell’anatomia.
Il messaggio di fondo, infatti, è quello che i problemi della Terra sono tantissimi, aggravati dall’antropizzazione, dall’inquinamento, dal surriscaldamento. Eppure, secondo Capua, esistono anche soluzioni che si tratta di mettere in pratica, così come è necessario “cercare nuove soluzioni”, per esempio grazie alle potenzialità offerte dai “Big Data”, il grande quantitativo di dati che le tecnologie odierne danno la possibilità di studiare.
E anche i singoli cittadini possono dare il proprio contributo. Come? “Comprendendo che tutto si tiene”, ha risposto Capua ad Attili, e mettendo in atto comportamenti all’apparenza semplici, come “non abusare degli antibiotici” o “non buttare i farmaci nell’immondizia” ma nei contenitori appositi, per evitare che si diffondano nell’ambiente.
“La scienza da sola non basta” ha aggiunto in conclusione la scienziata, “ci vogliono le persone per cambiare le cose e le idee devono uscire dall’accademia. C’è una convergenza di crisi, ma se ce lo diciamo solo all’interno delle università non ce la faremo ad affrontarle”.