Continua a far discutere il progetto di riqualificazione del centro storico di Sansepolcro che, tra l’altro, prevede l’utilizzo di laterizi in cotto per la pavimentazione di parte di Piazza Torre di Berta.
Teatro dell’ultimo dibattito, che ha avuto anche toni accesi, è stata la commissione consiliare urbanistica riunita ieri pomeriggio a Palazzo Aggiunti. All’ordine del giorno vi era una serie di modifiche al vigente regolamento urbanistico, tra cui il superamento del vincolo all’utilizzo di soli materiali lapidei locali per la pavimentazione del centro storico.
La proposta, illustrata dal responsabile dell’ufficio Massimiliano Baquè, è stata quella di aggiungere un paragrafo che specifichi che, limitatamente a progetti di iniziativa pubblica finalizzati alla riqualificazione di ambiti unitari, si possano utilizzare anche materiali diversi. “In questa maniera sono ammessi anche ulteriori materiali compatibili con il contesto”, ha spiegato Baquè, e anche in futuro sarà quindi “la Soprintendenza a disciplinare il corretto utilizzo”, senza ricorrere ogni volta a varianti.
A questo proposito il dirigente ha fatto anche una riflessione più ampia, secondo cui “un regolamento urbanistico come questo, scritto in maniera minuziosa su tantissimi aspetti, è sicuramente una garanzia di controllo del territorio, ma ha portato a un problema evidente”. Il riferimento è al gran numero di varianti che si sono via via rese necessarie per i vari interventi, “un campanello d’allarme di qualcosa che non ha funzionato”.
Dopo una breve discussione sulle diverse possibili interpretazioni del concetto di “locale” relativamente ai materiali utilizzabili, ad intervenire nel dibattito è stato il rappresentante del gruppo PD-InComune Andrea Laurenzi: “Il mio parere non è contrario alla variante di per sé”, ha detto, ma trattandosi di “un progetto non condiviso, fatto velocemente per andare incontro al finanziamento, non sarei andato a fare azioni forzate che non scaturiscono da una riflessione collettiva, e per questo voterò no”.
A manifestare la propria contrarietà in modo aperto, come già fatto nelle altre occasioni in cui si è parlato dell’intervento, è stata l’esponente di Fratelli d’Italia Laura Chieli: “È un discorso squisitamente storico e filologico di rispetto della storia e della tradizione di una città d’arte che per quanto piccola è importantissima in tutto il mondo. Da noi il cotto non c’è, su questo non credo di poter essere smentita. Se avete dei professionisti, architetti, filologi, storici che mi dicono il contrario se ne può discutere, ma finora non ho sentito nessun esperto”, ha aggiunto, appellandosi poi alla maggioranza: “Vi chiedo di riflettere attentamente, perché la gran parte della cittadinanza non è d’accordo”. Chieli ha quindi definito la variante in discussione “una mossa ad hoc per avallare la scelta del cotto”, prima di concludere affermando “scopro stasera con mia massima soddisfazione e stupore che questo progetto non è conforme al regolamento urbanistico del comune di Sansepolcro”.
“Dire che il progetto non è conforme al regolamento urbanistico è una grossolana inesattezza”, ha replicato il vicesindaco Riccardo Marzi, spiegando che “il progetto ha un elemento specifico non compatibile con una norma del regolamento urbanistico. Visto che si fanno comizi in commissione e vengono sparate sentenze a mezza città”, ha detto ancora, “vorrei specificare che siamo convinti di avere ragioni anche filologiche, avallate da persone di cui abbiamo piena stima”. Per il vicesindaco “può non piacere, ma parlare di incompatibilità filologica del cotto con la nostra città è una bella sfida”. Del resto “il finanziamento parla di rigenerazione urbana e richiede elementi di innovazione”, ha aggiunto, “quindi permette non solo di rifare un pavimento, ma di dare un’idea diversa, che è quella che ci hanno suggerito gli architetti e a cui ci siamo avvicinati con molta cautela”.
Motivo di replica da parte degli esponenti della maggioranza sono state anche le valutazioni sull’opinione dei cittadini: “Le persone che ho sentito io non sono così contrarie”, ha detto Marzi, mentre il presidente del consiglio comunale Antonello Antonelli ha fatto notare che di coloro che sarebbero ostili al progetto “nemmeno uno è venuto a dire qualcosa all’assemblea pubblica” delle settimane scorse.
Al termine del dibattito la variante è passata con la contrarietà di Laurenzi e Chieli e il sì dei commissari di maggioranza Antonelli (che sostituiva Gavelli), Bandini (“Al di là del progetto specifico sono favorevole anche per l’opportunità di superare un paletto che potrebbe diventare problematico in altre circostanze”) e del presidente della commissione Gallai (“Qualche volta il regolamento urbanistico va modificato perché un progetto intelligente e proponibile possa essere portato avanti in maniera chiara e trasparente”).
Come noto il parere della commissione urbanistica è di carattere consultivo, mentre la deliberazione efficace spetterà al consiglio comunale.