Importanti novità e un ricco confronto hanno animato l’evento dedicato alla Filiera del luppolo italiano organizzato dalla Rete di imprese “Luppolo Made in Italy”, in collaborazione con la rivista Imbottigliamento. Durante l’incontro “La Filiera del luppolo italiano: aggregazione, sviluppo e promozione. Il Modello Umbria”, che si è svolto nei giorni scorsi nell’azienda agricola Il Lombrico Felice di Città di Castello è stato ribadito che l’Umbria è sempre più il cuore verde della filiera del luppolo italiano.
L’evento, inserito nella campagna di promozione della Filiera corta del luppolo sostenuta dalla Misura 16.4.2 del PSR della Regione Umbria, ha visto la partecipazione di una platea qualificata di rappresentanti istituzionali, imprenditori agricoli aggregati nel progetto, rappresentanti del mondo agricolo e del settore birrario.
La presentazione di Stefano Fancelli, presidente della Rete “Luppolo Made in Italy”, ha ripercorso il lungo cammino progettuale e imprenditoriale della pur giovane filiera del luppolo e ha illustrato le principali novità e le nuove sfide della Rete, un progetto di filiera corta che riunisce oltre 25 imprese. “Con il progetto di Filiera corta del luppolo sostenuto dalla Misura 16.4.1 del PSR della Regione Umbria il nostro territorio è divenuto il cuore della filiera nazionale – ha spiegato Fancelli – con le nuove sfide della Filiera che sono quelle della sostenibilità, certamente economica e sociale, ma soprattutto ambientale di fronte ai cambiamenti climatici che mettono a rischio la produzione di luppolo nei paesi tradizionali”.
Presente all’incontro anche il vicepresidente della Regione Umbria e assessore regionale all’Agricoltura Roberto Morroni, che ha dichiarato: “L’Umbria è diventata un importante centro di produzione del luppolo che vive una proficua stagione anche grazie al sostegno del Piano di sviluppo rurale. Una coltura ad alto valore aggiunto e di crescente interesse in parallelo allo sviluppo del mercato delle birre artigianali di qualità in Italia. In Umbria esistono le condizioni per la crescita di questa nuova filiera strategica, sulla quale stiamo puntando, accanto a quelle che riguardano le produzioni tradizionali del territorio, come il tartufo e l’olio”.
“L’opportunità da cogliere da parte delle imprese agricole e di trasformazione – ha proseguito Morroni – è di aggregarsi e di investire con la consapevolezza delle azioni introdotte dalla Regione Umbria, per favorire i processi di incremento alla produzione e di valorizzazione. Il ‘Modello Umbria’ si completa, infatti, con il programma di promozione del luppolo ottenuto dalla Filiera corta: una novità per la birra italiana che per la prima volta diviene un prodotto di eccellenza dell’agroalimentare”.
Matteo Bartolini, presidente di CIA Umbria e vicepresidente nazionale con delega al settore birrario, nel suo intervento ha richiamato “l’importanza che la nuova filiera del luppolo può rivestire nel portare rilevanti opportunità di crescita del reddito per le imprese agricole del nostro territorio”. Inoltre, ha aggiunto, la Filiera Umbra offre un modello di eccellenza che si mette a disposizione di tutta la filiera agricola della birra italiana”.
Di grande interesse gli interventi di tutti quei soggetti coinvolti a vario titolo nel settore: il direttore nazionale di Unionbirrai, Vittorio Ferraris, e dei Birrifici umbri, Marco Farchioni di Mastri Birrai Umbri, Antonio Boco di Birra Perugia, Daniele Socali di Birrificio Altotevere.