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Guinza, “rischio di spreco di risorse per un’opera pericolosa”

Dalla valle del Metauro una lettera aperta a parlamentari e consiglieri regionali di Umbria e Marche

Una lettera aperta sul tema dell’intervento per l’apertura della galleria della Guinza è stata inviata nei giorni scorsi a tutti i parlamentari e consiglieri regionali di Marche e Umbria. A firmarla il comitato “Voci dalla Valle”, associazione spontanea di cittadini dell’alta valle del Metauro che il mese scorso aveva organizzato un partecipato incontro sul tema a Mercatello. Nel testo vengono messi in evidenza tre ordini di problemi.

“Forti dubbi sulla reale utilità e legittimità di questi lavori”

In primo luogo viene messa in discussione l’utilità di una galleria che “verrebbe aperta nella sola direzione Marche-Umbria e unicamente a veicoli con massa inferiore o pari ai 35 quintali per un massimo di 2.000 veicoli/giorno”. Si sottolinea inoltre che “la deroga al codice della strada, a suo tempo richiesta dalla Commissione Permanente per le Gallerie, non è stata concessa dal Provveditorato alla Opere Pubbliche in quanto tale organo si è dichiarato incompetente”, e che “nel tentativo di legittimarla, l’apertura avverrebbe carattere provvisorio in modalità cantiere. A monte e a valle del traforo – si legge inoltre – il traffico dovrà transitare su strade assolutamente inadatte per dimensioni, condizioni di manutenzione, segnalazione di strettoie, limitazione della velocità a 30 e anche a 20 km/h, pericoli di frana ecc”. Ancora, “il ritorno dal versante tirrenico si farebbe attraverso gli attuali passi appenninici sui quali i veicoli pesanti transiterebbero anche all’andata” e “l’apertura della galleria non produrrebbe benefici significativi al sistema industriale della val Metauro e della val Tiberina in quanto possono transitare solo veicoli leggeri”.

“Situazioni di pericolo in galleria e nelle strade collegate”

La lettera del comitato si sofferma inoltre su criticità relative alla sicurezza: “In galleria – si legge – è previsto un impianto antincendio ad acqua e schiuma e non sono previste vie di fuga all’interno”, così come “non è prevista la separazione materiale della corsia di transito da quella di emergenza”. Inoltre, “pur avendo consultato molte delle carte prodotte da ANAS e dal Commissario Straordinario in funzione di questo bando non abbiamo trovato alcun parere esplicitamente favorevole dei Vigili del Fuoco”, scrivono gli estensori della missiva, che fanno notare anche che “il progetto prevede la limitazione del traffico a 2.000 veicoli/giorno limitatamente al traffico leggero, ma non è chiaro chi, come e dove dovrebbe fare rispettare questa norma. Si parla – precisano – di personale ANAS”. “L’incremento di traffico fino a 2000 veicoli/giorno porterebbe ad aumentare notevolmente il livello di pericolosità punti critici delle strade statali 73 bis e 745 Metaurense, non solo a Mercatello”, si legge ancora nella lettera, in cui è riportato anche che “il transito sulla provinciale nel lato umbro risulta anch’esso molto pericoloso in quanto la carreggiata è molto stretta tanto che gli attuali limiti di velocità in alcune zone sono di 20 km/h o 30 km/h, inoltre non esiste una viabilità diretta in grado di arrivare direttamente alla E45”.

Rischio di spreco di risorse pubbliche”

Il dubbio che i lavori appaltati rappresentino un enorme spreco di denaro pubblico è forte e fondato”, scrive il comitato, citando un documento ANAS in cui “alla domanda se i dimensionamenti previsti per le diverse dotazioni di sicurezza in progetto siano riferite alla configurazione finale del secondo stralcio o meno si risponde che il progetto fa riferimento ai soli lavori legati al 1° stralcio. Di conseguenza, se mai ci sarà l’apertura del secondo fornice, parte delle opere da appaltare sarà inadatta e verrà smantellata”. Inoltre, secondo gli estensori della lettera “i costi di manutenzione sarebbero assai rilevanti: solo l’impianto antincendio (acqua e schiuma) prevede 4.820 ugelli spray per la schiuma, senza dire della ventilazione e illuminazione per una lunghezza di 6 km”. “In definitiva – riassumono i firmatari – si spendono 130 milioni per un’opera inconsistente e pericolosa”.

La lettera invita pertanto i parlamentari e consiglieri regionali “a considerare se non sia meglio impiegare questi fondi per finanziare il lotto 10 da Santo Stefano di Gaifa ed eventuali successivi – non importa se a due corsie – che potrebbero collegare la bretella di Urbino; inoltre, prevedendo precisi stanziamenti pluriennali, avanzare per stralci funzionali fino all’Appennino con una strada che rispetti i pregiati centri storici della valle e l’ambiente in cui sono inseriti. La stessa cosa andrebbe fatta sul versante tirrenico partendo da uno svincolo della E45. A nostro avviso i Presidenti di Marche e Umbria dovrebbero lavorare in tale direzione raggiungendo e sottoscrivendo un’intesa chiara e irrevocabile. Solo così si potrà veramente dire di aver risolto il problema dell’incompiuta”, conclude il comitato “Voci dalla Valle”.

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