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Comprare un’automobile elettrica conviene davvero?

Un confronto tra carburanti tradizionali, metano/biometano ed elettriche dopo un anno di rifornimenti e ricariche lungo le strade d'Europa

Una ricarica elettrica in Svezia

Leggendo anche riviste specializzate diventa complesso riuscire a comprendere quali siano i costi dei nuovi tipi di mobilità che si affacciano nel mercato dell’automobile. Le opinioni spesso si dividono sull’opportunità o meno della trasformazione dell’attuale parco veicoli verso la svolta dell’elettrico. Raramente si riesce ad avere un punto di vista equilibrato che non sia influenzato da una delle due lobby che cercano di muovere l’opinione pubblica in una direzione o nell’altra. Abbiamo trascorso il 2023 viaggiando molto utilizzando veicoli elettrici nell’ambito della Bridgestone FIA Ecorally Cup, percorrendo circa 20.000 chilometri sulle strade europee con un’auto completamente elettrica. Gli stessi itinerari li abbiamo effettuati con un’automobile a biometano riuscendo a fare un confronto diretto tra le due mobilità. Assieme a tutto ciò non ci siamo dimenticati di appuntare i prezzi di benzina, gasolio e gpl per poter fare paragoni teorici anche con i carburanti meno ecologici. Il risultato non è univoco perché, diciamolo con la massima chiarezza, non esiste una modalità di viaggio migliore delle altre in assoluto. Ogni percorso è influenzato dalle aspettative sui tempi di percorrenza, dalla presenza o meno di infrastrutture, dalla possibilità o meno di fare ricarica domestiche e perfino dalle condizioni atmosferiche incontrate.

Quanto costa ricaricare un’auto elettrica?

È probabilmente la domanda a cui è più difficile dare una risposta univoca perché sono molti i fattori che influenzano la risposta. In linea di massima si potrebbe indicare che più è veloce la ricarica e più è alto il costo di ogni singolo kW e, esattamente come gli altri carburanti, i costi variano da nazione a nazione. Intanto è necessario introdurre un altro elemento non sempre noto: con il caldo le batterie elettriche assicurano prestazioni migliori, con il freddo peggiori. Nel modello da noi utilizzato durante il campionato 2023 abbiamo potuto osservare consumi poco sopra i 6 chilometri percorsi con un kW durante l’inverno svedese, così come gli 8 sfiorati durante l’estate in Italia. Si tratta di un impatto importante che trasforma l’autonomia della nostra auto da quasi 500 chilometri estivi a meno di 400 invernali.

Altro aspetto che incide notevolmente sui costi è il tipo di uso che si fa dell’automobile. Se i percorsi sono brevi, come ad esempio casa-lavoro in una grande città, è probabile che si possa ricaricare il veicolo a prezzi eccellenti nel proprio garage, diciamo con una cifra compresa tra i 15 e i 30 centesimi di euro a kW. Se invece si intraprende un lungo viaggio diventa fondamentale non avere fretta, poiché le ricariche veloci in autostrada avranno un prezzo elevato, anche in caso di abbonamento con il network che mette a disposizione la ricarica. Ionity, uno dei network più importanti e diffusi in Europa, offre la ricarica veloce in Italia a 0,79 euro/kW che possono scendere a 0,59 in caso di un abbonamento che costa 12 euro mensili. I prezzi italiani sono tra i meno convenienti d’Europa tenendo conto che nella vicina Francia nelle due ipotesi il prezzo è 0,59 senza e 0,39 con abbonamento. I prezzi di Enel, ampiamente diffusa in tutto il territorio nazionale, sono 0,69 euro/kW per ricariche di potenza inferiore a 22 kWh, 0,89 fino a 150 kWh e 0,99 per potenze più elevate.

In caso di lungo viaggio è sempre consigliabile sfruttare le ricariche notturne negli alberghi che, seppure meno rapide, a volte sono gratuite o con prezzi a buon mercato. Può essere opinabile ma un costo non diretto sono anche le soste necessarie per ricaricare, che non sempre coincidono con un pasto o una notte in hotel. A seconda dei modelli di veicoli una ricarica su una colonnina veloce fino all’80% della capacità della batteria può impiegare pochi minuti o addirittura un’ora.

Quanto costa viaggiare usando il gas naturale?

Gli ultimi due anni ci hanno abituato a scenari imprevedibili anche nel mondo del gas naturale. L’impennata dei prezzi iniziata nell’ottobre del 2021, potenziata ulteriormente pochi mesi dopo con la crisi energetica successiva all’intervento militare russo in Ucraina ha messo gli utilizzatori del metano come carburante di fronte a una situazione mai osservata nei decenni precedenti. Oggi i prezzi non sono ancora quelli precedenti all’autunno del 2021 ma sono tornati concorrenziali rispetto agli altri carburanti, con una media sul mercato italiani di circa 1,4 euro a chilogrammo. Con un veicolo di media cilindrata si percorrono dai 25 ai 30 chilometri con un Kg di gas naturale. Guardando il prezzo più basso e quello più alto lungo le strade della Penisola si rimarrà sorpresi di come si vada da uno a tre euro per Kg. Nel resto d’Europa la situazione è molto eterogenea con un prezzo medio sopra 1,5 euro ma con grandi paesi come la Germania, centrale lungo molti itinerari di viaggio, con un prezzo attorno ad 1,3 euro. Spagna, Estonia e Serbia guidano la classifica delle nazioni con prezzo migliore tra 1,1 e 1,2 euro/Kg, mentre il Portogallo ha il prezzo peggiore in Europa con quasi 3 euro per Kg.  Nelle nazioni dove per motivi facilmente comprensibili non ci sono contraccolpi di mercato relativi al costo del gas naturale, come Russia e Bielorussia, il prezzo è rispettivamente di 0,30 e 0,45 euro/Kg.

L’elemento che contribuisce a tenere bassi i prezzi in alcune nazioni come la Germania è la presenza in abbondanza di biometano a chilometro zero che concorre a calmierare il prezzo, non essendo soggetto alle stesse oscillazioni del prezzo del metano di origine fossile importato. La crescita della possibilità di rifornirsi di biometano in Italia contribuirà sicuramente a raggiungere uno scenario simile a quello tedesco.

Il confronto su un itinerario europeo e nella mobilità urbana

Sono poco meno di 2.500 i chilometri che abbiamo percorso per raggiungere l’Oceano Atlantico sulla costa portoghese nei pressi di Lisbona. Il viaggio con l’auto elettrica lo abbiamo fatto tra aprile e maggio, quindi con temperature favorevoli. Abbiamo viaggiato alla velocità media di 110 chilometri orari percorrendo quasi esclusivamente autostrade, attraverso Italia, Francia, Spagna e Portogallo. Abbiamo utilizzato 450 kW pagati complessivamente 310 euro utilizzando prevalentemente ricariche veloci senza avere un abbonamento specifico. Con la convenzione Ionity in vigore all’epoca, più economica di quella che è possibile sottoscrivere oggi, il prezzo delle ricariche sarebbe stato di circa 160 euro. Il costo a chilometro con la tariffa piena è di 12,4 eurocent mentre con l’abbonamento avremmo potuto spendere 6,3 centesimi a chilometro.

Abbiamo percorso lo stesso itinerario utilizzando un veicolo di media cilindrata alimentato a metano e biometano. Il costo complessivo del gas naturale è stato 116 euro e abbiamo pagato un chilogrammo di metano mediamente 1,39 euro. Considerando 30 chilometri per ogni chilogrammo il calcolo di consumo e di 4,6 eurocent a chilometro. Indicativamente lo stesso viaggio utilizzando un’auto a benzina, una a gasolio e il gpl avrebbero avuto un costo rispettivamente di circa 12 eurocent/km, circa 8 e circa 7.

La conclusione che si può trarre è che su un lungo viaggio effettuato con ritmi veloci l’elettrico al momento non ha la stessa economicità del gas naturale. Lo stesso lungo tragitto effettuato in modalità più “turistica” abbasserebbe notevolmente i costi qualora si usufruisse il meno possibile delle ricariche veloci privilegiando quelle più lente ed economiche.

Completamente diversa l’analisi dei costi se invece che per un lungo viaggio si utilizzasse il veicolo elettrico per la mobilità urbana o di prossimità alla zona dove si risiede. Con la possibilità di effettuare molte ricariche nel proprio garage i costi per effettuare cento chilometri sarebbero di meno di due euro. Un veicolo a metano non spenderebbe meno di quattro o cinque euro. Benzina, gasolio e gpl rispettivamente circa dieci euro, otto euro e sei euro.

Una riflessione personale

Nonostante il fatto che durante l’impegno sportivo nella Bridgestone FIA Ecorally Cup 2023 abbia guidato auto elettriche su percorrenze inusuali come fino al cuore della Svezia e più volte nella penisola iberica, resto convinto che l’utilizzo di questo tipo di veicoli per lunghi viaggi sia poco logico. Unione Europea e costruttori vanno, invece, proprio su questa direzione producendo auto sempre più performanti dal punto di vista dell’autonomia. Come già spiegato le auto elettriche utilizzate per percorsi veloci crollano nei consumi riducendo la propria autonomia, soprattutto durante i mesi invernali.

Produrre sempre più energia per soddisfare l’esigenza di fare lunghi viaggi o per sostenere i consumi di veicoli pesanti come camion o autobus porta al paradosso che si dovranno utilizzare, come già avviene oggi in molti casi, fonti fossili per avere energia elettrica. Ecco perché resto profondamente convinto che la tabella di marcia dell’Unione Europea sia sbagliata e allo stesso tempo che il percorso verso la riduzione delle emissioni non potrà non coinvolgere carburanti come il biometano, che hanno tutte le caratteristiche di un’energia che rispetta l’ambiente. Al contrario sulla mobilità urbana l’elettrico si rivela una importante risorsa sia dal punto di vista ecologico che economico senza che nessun altro carburante riesca a tenere il passo.

Infine un altro paradosso è la presenza di molte auto elettriche con potenze incredibili alle quali corrispondono anche consumi molto elevati. In circolazione ci sono veicoli che non arrivano a percorrere tre o quattro chilometri con un kW. Forse una vera rivoluzione ecologica dovrebbe partire anche dalle abitudini, stili di guida e disincentivazione di veicoli troppo dispendiosi dal punto di vista energetico.

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