27 gennaio, Giornata della Memoria. Ricorda l’Olocausto degli ebrei nella seconda guerra mondiale. È doveroso ricordare anche chi, spesso rischiando la vita, cercò di salvarli dalla deportazione e dallo sterminio. Ci sono degli altotiberini fra i “Giusti tra le Nazioni” riconosciuti dalla fondazione Yad Vashem di Gerusalemme, l’alta onorificenza attribuita sulla base delle segnalazioni degli ebrei sopravvissuti.
Il primo a riceverla è stato nel 1986 il sacerdote tifernate Beniamino Schivo (1910-2012). Salvò la famiglia ebrea tedesca Korn: la giovane Ursula, con i genitori Paul e Johanna. Li nascose nella villa rurale delle suore salesiane a Pozio, poi nel convento delle suore del Sacro Cuore e nel seminario vescovile, di cui era direttore.
È “giusto tra le nazioni” anche il sacerdote di Sansepolcro Duilio Mengozzi (1915-2005). All’epoca parroco al Trebbio, fece passare per sua madre l’anziana ebrea Emma Goldshem. Inoltre, come cappellano dell’ospedale, contribuì a salvare il critico letterario Attilio Momigliano, ebreo, fingendolo malato di tifo e tenendolo in isolamento insieme alla moglie. I Momigliano erano stati aiutati anche dal libraio tifernate Giuseppe Paci.
Inoltre sono “giusti fra le nazioni” il falegname di Anghiari Giocondo Marconi e la moglie Annina. Ospitarono la famiglia ebrea di origine polacca Saghi. La rete clandestina degli antifascisti era riuscita a cambiarne l’identità, facendo loro assumere il cognome Scapelli.La solidarietà verso gli ebrei fuggiaschi fu estesa a Umbertide, dove diversi internati riuscirono a rendersi irreperibili grazie alla complicità della popolazione.
Per approfondire: Storia tifernate. In soccorso degli ebrei.