Nel suo primo anno di vita il cammino della multiutility toscana è stato caratterizzato sia da momenti di slancio che da fasi più incerte. Allo stesso tempo il nuovo progetto di gestione di acqua, rifiuti e gas ha stimolato discussioni, dibattiti e persino azioni, ancora in essere, che stanno cercando di ostacolarne la diffusione.
In questo altalenante susseguirsi di vicende è sicuramente da ricordare quanto avvenuto la scorsa estate, quando il cammino intrapreso con la nascita della multiutility ha provocato un evidente cambio di rotta all’interno dell’Assemblea dell’Autorità Idrica Toscana: dopo che, nel 2018 e nel 2020, la stessa aveva approvato all’unanimità due delibere in favore di un modello di gestione dell’acqua totalmente pubblico e organizzato su base territoriale, il 24 luglio tale ente ha recepito l’orientamento espresso dalla Conferenza Territoriale n. 3 che chiedeva di affidare il servizio idrico ad una società mista e non più totalmente pubblica. In tal modo, richiamandosi esplicitamente proprio agli atti costitutivi della multiutility sottoscritti dagli stessi comuni di quell’ambito, è stato rimesso in discussione un indirizzo che, in linea con l’esito referendario del 2011, aveva iniziato a delineare un percorso di ripubblicizzazione del servizio idrico integrato.
Sempre in estate, nello stesso mese di luglio, una deliberazione della Sezione Regionale di Controllo per la Toscana della Corte dei Conti, la n. 159 del 2023, ha contribuito a far vacillare la prospettiva che la multiutility possa essere in futuro quotata in borsa: in risposta ad una richiesta di parere avanzata dal Sindaco di Loro Ciuffenna, Moreno Botti, il suddetto ente ha infatti chiarito che l’apertura a soci privati e la successiva quotazione in borsa potrebbe violare l’inalienabilità dei beni demaniali che sono confluiti in Alia Servizi Ambientali Spa (gestore dei rifiuti nelle province di Firenze, Prato e Pistoia). Il pronunciamento della Corte dei Conti ha quindi rianimato la discussione sulla futura quotazione in borsa, portando alcuni amministratori ed esponenti politici, oltre che sindacali, ad esprimersi negativamente su tale prospettiva. Al di là di ciò, al momento non si può però non constatare e riconoscere che i vertici delle principali forze politiche del panorama regionale non hanno, su questo, ancora espresso posizioni chiare e definite.
Infine, sul fronte critico, è indubbiamente da segnalare il percorso che in questi mesi è stato intrapreso ad Empoli: qui il Comitato “Trasparenza per Empoli” ha provveduto a raccogliere quasi 4.000 firme per richiedere un referendum sull’abolizione della delibera del Consiglio Comunale che ha approvato l’operazione “multiutility”. Per le disposizioni interne al Comune i cittadini potranno esprimersi in maniera diretta soltanto nel 2025, ma al di là di ciò il lavoro svolto in questa città, assieme alle conseguenze che questo sarà in grado generare, non può non richiamare l’attenzione di tutti coloro che in futuro dovranno espletare un iter analogo per aderire o meno alla nuova società di gestione dei servizi. Sotto questo profilo, persino un territorio lontano come quello valtiberino potrebbe e dovrebbe seguire con interesse quanto sta accadendo ad Empoli e nei comuni della Toscana centrale, così da poter valutare preventivamente tutti gli aspetti di una scelta che prossimamente anche gli amministratori di questo comprensorio saranno chiamati a compiere.