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Controlli nei ristoranti, trovati 17 lavoratori “in nero”

In un locale cento persone a pranzo ma nessun dipendente regolare. L’operazione della Finanza tifernate

Solo 2 ristoranti in regola su 13 controllati. Un totale di 17 lavoratori “in nero” individuati, più altri 7 trovati con contratti irregolari e 5 attività sospese. Questo il principale risultato dell’azione di monitoraggio effettuata nell’ultimo periodo dalla Guardia di Finanza di Città di Castello. Attività che si è concentrata in particolare sul settore della ristorazione; ambito nel quale si sono indirizzati i controlli sul “sommerso da lavoro” e da cui sono emersi numerosi casi di violazioni alla normativa vigente.

Tra i controlli effettuati, scrivono in una nota le fiamme gialle, la situazione più eclatante ha riguardato un noto ristorante che, a fronte di oltre 100 clienti presenti la domenica a pranzo, non annoverava nessun dipendente con corretto inquadramento contrattuale: delle 8 persone identificate e, all’atto dell’intervento impegnate in mansioni lavorative, 6 sono risultate “in nero”, tra cui una ragazza minorenne di 15 anni, e 2 sprovvisti della preventiva chiamata per l’attivazione della prestazione lavorativa.

Come detto, durante le operazioni di servizio, sono state riscontrate diverse violazioni alle disposizioni di legge: su 13 attività commerciali controllate solamente 2 sono risultate in regola. Le fiamme gialle hanno individuato, infatti, un totale di 17 lavoratori “in nero”, ossia completamente sconosciuti agli Enti preposti al rispetto della normativa sul lavoro (Ispettorato del Lavoro e INPS) e 7 lavoratori irregolari, ossia dipendenti per i quali, come spesso accade, è stata accertata l’esistenza di un contratto di lavoro intermittente (cosiddetto contratto “a chiamata”), a fronte però di una mancata attivazione preventiva della prestazione.

Complessivamente, quindi sono state irrogate sanzioni per oltre 100 mila euro e sono state constatate ritenute non operate e non versate per circa 6.000 euro; inoltre, per 5 attività è scattata la sospensione, prevista dalla normativa di settore, in caso di impiego di manodopera “in nero” superiore al 10% del totale.

Tali attività si collocano nell’ambito di specifici e più ampi piani d’intervento, predisposti dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Perugia, in considerazione dell’importanza rivestita dal settore turistico e delle sue ricadute economiche sul territorio nei confronti di alcune strutture ricettive e di ristorazione operanti nella provincia, indirizzando le attività, in particolar modo, alla verifica del rispetto della normativa in materia di “sommerso di lavoro”.

La presente attività di servizio testimonia ancora una volta l’impegno profuso dal Corpo in merito alla corretta applicazione delle norme che regolano lo specifico settore, la cui inosservanza costituisce una piaga per l’intero sistema economico in quanto sottrae risorse all’Erario, mina gli interessi dei lavoratori dipendenti e rappresenta un ostacolo alla leale concorrenza con gli operatori che rispettano le regole.

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