Sono 127 i civili altotiberini vittime di bombardamenti e mitragliamenti aerei nella seconda guerra mondiale. È Umbertide, con 77 vittime, a detenere il triste primato di centro più martoriato. Pesante anche il prezzo pagato da Città di Castello che ha avuto 33 persone uccise da proiettili piovuti dal cielo.
La tragedia più grave si consuma il 25 aprile 1944 a Umbertide. Alle 9.45 piomba sulla città una squadriglia di 12 Curtiss P40, detti “Kittyhawk”. Sono bombardieri alleati della South African Air Force. Il loro obbiettivo è la distruzione del ponte sul Tevere, importante bersaglio per rendere più difficoltose le comunicazioni stradali e ferroviarie dei tedeschi. Gli aerei si calano sul ponte a due a due, senza colpirlo. Alcune bombe devastano invece parte del centro urbano. Dopo dieci minuti, tornano all’attacco altri cacciabombardieri. Siccome la coltre di fumo e polvere provocata dalle prime bombe impedisce di scorgere l’obiettivo principale, prendono di mira i ponti sulla Regghia. L’aviazione alleata tenterà anche il pomeriggio di colpire il ponte sul Tevere, fallendo ancora il bersaglio. L’incursione provoca 70 vittime: 46 sono donne. Quasi un terzo di chi muore per quelle bombe ha meno di 18 anni.
A Umbertide la popolazione è indifesa contro i raid dell’aviazione alleata. Invano il podestà ha richiesto l’impianto di un allarme aereo, per dare la possibilità alla gente di fuggire verso la campagna in caso di attacco. Le autorità provinciali non l’hanno autorizzato, perché mancano rifugi antiaerei all’interno del centro abitato. La storia del bombardamento e delle sue vittime è raccontata da Mario Tosti nel volume Il nostro calvario. Aprile 1944: bombe in Umbria.
Per approfondire: Storia tifernate. Il bombardamento di Umbertide del 25 aprile 1944 e le sue vittime.