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Presenza dei privati e multiutility allontanano la piena ripubblicizzazione

Gestione idrica in Toscana: in AIT approvazione unanime degli indirizzi per affidare il servizio nell’area centrale della regione

Sono già trascorsi diversi giorni da quando, lo scorso 10 maggio, l’Assemblea dell’AIT (Autorità Idrica Toscana) ha approvato gli indirizzi per la gara con la quale si procederà ad affidare il servizio idrico integrato nell’area della “Conferenza territoriale n. 3 – Medio Valdarno”, ovvero quella della cosiddetta Toscana centrale che comprende i comuni della provincia di Firenze, di Prato ed una parte di quelli di Pistoia e del Valdarno aretino. In questa fase storica dove sono in scadenza diverse concessioni, molti territori sono infatti chiamati a delineare il futuro modello attraverso il quale sarà gestita l’acqua. In questo complesso iter di analisi e valutazioni, la prima scelta da compiere è fra tre differenti opzioni di fondo: gestione pubblica, privata o mista pubblica-privata. In maniera piuttosto sommaria, nel primo caso il servizio sarebbe gestito in maniera pubblica, nel secondo per il tramite di soggetti privati, mentre nel terzo attraverso un’interazione tra pubblico e privato che può essere ben esemplificata dalla modalità con cui, attraverso Nuove Acque, in provincia di Arezzo, dal 1999, viene gestita l’acqua.

In linea con l’esito del referendum del 2011, sia nel 2018 che nel 2020 l’Assemblea dell’AIT aveva deliberato in favore dell’elaborazione di un modello che potesse riportare l’acqua ad essere gestita in maniera totalmente pubblica e secondo logiche di prossimità tali da garantire un minimo di centralità ai diversi territori. Questo principio si era però di fatto incrinato la scorsa estate, quando gli stessi comuni del Medio Valdarno (con in testa Firenze, Prato e Pistoia) avevano fatto recepire all’Assemblea l’intento di voler affidare il servizio idrico ad una società mista. Come spiegato in quella circostanza, ciò era motivato dall’esigenza di ricondurre lo stesso alla multiutility che era nata qualche mese prima a Firenze.

A meno di un anno la medesima assise ha quindi concretamente provveduto ad approvare gli indirizzi che dovranno essere recepiti dalla gara che porterà al nuovo assetto pubblico-privato. Nello specifico l’intento di fondo dei comuni della Conferenza n. 3 è quello di utilizzare l’attuale società che dal 2000 gestisce il servizio, Publiacqua Spa, come “contenitore societario” in cui in futuro entrerà il nuovo soggetto privato. La parte pubblica sarà, infatti, rappresentata dai comuni che sono all’interno di Alia Servizi Ambientali Spa, ovvero la società che oltre a gestire i rifiuti nella stessa area è anche, al contempo, il socio pubblico di maggioranza di Publiacqua. Il fatto che Alia sia, oltre a tutto ciò, anche uno dei soggetti tra quelli che a gennaio 2023 hanno dato origine alla prima multiutility toscana, rende evidente quale sia l’obiettivo – peraltro ben specificato nella delibera approvata – dei comuni della Conferenza territoriale n. 3, ovvero quello di partecipare indirettamente alla compagine azionaria del futuro gestore del servizio idrico, inserendosi in un disegno industriale in cui il socio pubblico sarà espresso attraverso la multiutility toscana. In definitiva, i passaggi compiuti e i relativi indirizzi approvati in AIT dovranno portare prima Alia a riacquistare le partecipazioni che oggi sono di proprietà di una altro socio, Acque Blu Fiorentine (con dentro Acea Spa ed altri), e poi alla successiva cessione di queste ad un altro soggetto privato che sarà individuato tramite la gara.

Nel complesso, dunque, nell’area Medio Valdarno la futura gestione dell’acqua sarà mista, con “una partecipazione maggioritaria e un pregnante controllo del socio pubblico e una conseguente partecipazione minoritaria del socio privato”. Quest’ultimo, sempre secondo la delibera approvata, non potrà infatti detenere più del 30% del capitale sociale. Rispetto ad oggi in futuro si ridurrà dunque (almeno in termini proporzionali) il peso dei privati, che però – contrariamente a quanto sancito dall’esito referendario del 2011 e dagli atti approvati in precedenza dall’Autorità Idrica Toscana – continuerà ad essere parte integrante della governance. Forse questo dato non desterà stupore, visto che la Conferenza territoriale n. 3 aveva già espresso e fatto approvare tale indirizzo. A sorprendere, tuttavia, non può che essere il fatto che la totalità dei 25 comuni presenti (esattamente la metà del totale) ha votato a favore di un modello che oltre a mettere in discussione un intendimento più ampio precedentemente approvato, produrrà inevitabili ricadute anche nel resto della regione: nei prossimi anni tutti i territori, compreso quello aretino, si troveranno infatti a fare i conti con una multiutility che sin dal suo atto di nascita ha dichiarato di voler gestire acqua, rifiuti e gas in tutta la Toscana. Forse sarebbe stato opportuno discutere la proposta della Conferenza territoriale n. 3 ricollocando quest’ultima in un dibattito di più vasto respiro che riguarda tutti e su cui i cittadini, ormai 13 anni fa, si sono espressi in maniera diretta. Sarebbe stato doveroso, infine, segnalare preventivamente problematiche e criticità che a breve ricadranno anche in quelle aree marginali, come la Valtiberina, che in futuro potrebbero essere private di qualsiasi peso decisionale. Anche se non decisivo sarebbe stato coerente riportare certe istanze, ma lo scorso 10 maggio, a Firenze, Anghiari era assente e di conseguenza il territorio più orientale della Toscana non ha avuto modo di pronunciarsi.

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