I rapporti riservati delle autorità fasciste ammettono la crescente consistenza del movimento partigiano. In realtà, non avendo più il controllo del territorio, sovrastimano la forza delle bande alla macchia. Il loro allarme cresce quando i messaggi radio del Fronte della Resistenza incitano a compiere sabotaggi ovunque per ostacolare i movimenti dei tedeschi.
I nazi-fascisti decidono di passare all’offensiva. Si è da poco esaurita la grande operazione anti-partigiana di maggio nel Pietralunghese quando, il 3 giugno, prende l’avvio un nuovo imponente rastrellamento: l’Operazione Kastanie. Mira a intrappolare sia i partigiani che gravitano sulla Valtiberina toscana, sia quelli che operano sul versante marchigiano dell’Appennino. Centinaia di nazi-fascisti accerchiano l’Alpe della Luna. Il grosso delle bande riesce a mettersi in salvo, ma alcuni partigiani restano in trappola. Tra il 3 e il 4 giugno ne vengono uccisi 7 tra Montagna e Pian delle Capanne: sono Pasquale Alienati, Agostino Bucciovini, Osvaldo Marri Ottolenghi, Carlo Liebknecht Panichi, Morton Perez e i fratelli Domenico e Silvestro Ricci. Si tramanda che tra le vittime del rastrellamento ci siano stati anche due polacchi e un tedesco disertore.
Intanto, dall’altra parte del Tevere, per i partigiani toscani si aprono finalmente più concrete prospettive di azione. La sera del 6 giugno gli Alleati paracadutano sull’Alpe di Catenaia gli agognati rifornimenti di armi.
La guerra incombe sempre più vicina. Tra il 1° e il 4 giugno l’aviazione alleata colpisce ancora Città di Castello e, per la prima volta, Sansepolcro.
Per approfondire: Storia tifernate. Il rastrellamento del 3-6 giugno 1944 sull’Alpe della Luna.