Terminerà il prossimo 24 giugno, quindi ci sono ancora alcuni giorni per poter visitare la mostra del Poldi Pezzoli di Milano che è riuscita a riunire le tavole superstiti del polittico che Piero della Francesca realizzò a Sansepolcro per la ex chiesa di Sant’Agostino, oggi Santa Chiara. Tuttavia, anticipando le considerazioni che verranno elaborate e condivise a conclusione del progetto, oggi è già possibile tracciare un bilancio di quello che è stato l’esito di questa straordinaria proposta culturale.
Innanzitutto, da un punto di vista qualitativo, è già stato spiegato quanto la ricomposizione del Polittico degli Agostiniani abbia consentito, per mezzo anche di un importante lavoro di analisi e diagnostica, di mettere in luce alcuni aspetti che hanno incrementato le conoscenze e le informazioni tecniche sull’opera. Sotto questo profilo il progetto ha quindi creato un ritorno scientifico che da ora in poi sarà a disposizione degli studiosi di Piero e dell’arte in generale.
In secondo luogo anche il riscontro quantitativo risulta essere in linea con le più rosee aspettative, dato che, attratti dalla mostra, dal 20 marzo ad oggi i visitatori totali del Poldi Pezzoli sono stati circa 40.000 (mediamente più di 3.000 alla settimana); un valore eccezionalmente alto se si considera che il museo milanese ha un numero di visitatori che di solito si colloca attorno ai 35.000 ingressi annui. Soffermandosi su queste cifre si può dunque affermare che in meno di tre mesi Piero della Francesca ha consentito alla struttura di strappare più biglietti di quelli che normalmente vengono emessi in un intero anno.
Alla luce di questi ottimi dati diventa quasi naturale chiedersi se la risonanza prodotta dal progetto realizzato a Milano possa, in maniera indiretta, generare ricadute culturali e turistiche anche a Sansepolcro e in Valtiberina. Per certi versi bisogna, in effetti, evidenziare che sulla scia della mostra, nella città dell’artista, in quella che un tempo fu la sua dimora, è stato recentemente organizzato un partecipato convegno proprio sul Polittico Agostiniano: era infatti lo scorso 22 aprile quando a Casa di Piero la curatrice della mostra del Poldi Pezzoli, Machtelt Brüggen Israëls, ha tenuto una partecipata lectio magistralis sull’opera che è stata ricomposta a Milano. Anche in quell’occasione è emerso quanto quest’ultima sia legata a Sansepolcro e, di conseguenza, quanto la stessa riesca a parlare di tanti aspetti storici, artistici, culturali e architettonici che rimandano al contesto cittadino per il quale il polittico fu progettato: i soggetti, i dettagli riportati nella superficie dipinta, la peculiare forma del supporto ligneo che rimanda al periodo in cui al Borgo si ritrovavano molti esempi di questo tipo e persino la luce che Piero riporta nelle tavole riunite. Proprio tale aspetto non può non esercitare un fascino particolare se si considera che tutti i personaggi raffigurati sono illuminati dalla loro sinistra, ovvero dal lato in cui nella chiesa di Sant’Agostino erano presenti le finestre.
Ora bisognerà dunque capire se il contesto a cui rimanda quest’opera, lo stesso che è stato intravisto da diverse migliaia di persone, potrà concretamente beneficiare di un incremento di visitatori. Di certo, per il momento, si può affermare che l’attenzione creata dal progetto milanese potrà sicuramente contribuire a riportare su Piero della Francesca un interesse che supera i confini locali e nazionali. Di conseguenza non è fuori luogo aspettarsi che l’eco mediatico focalizzatosi sull’artista, possa in parte estendersi anche al luogo che, a livello planetario, più si identifica con il suo nome, ovvero Sansepolcro.