Due paesi da sempre in antagonismo, divisi da una strada e con una stazione ferroviaria a metà, ma che da oltre 50 anni sono ufficialmente soltanto uno. Selci e Lama, ovvero Selci Lama, la mega-frazione di San Giustino che – in quanto a popolazione e peso rivestito – se la gioca tranquillamente con il capoluogo, ma che ancora ragiona con i distinguo. Almeno su determinati aspetti. Ultimo fresco esempio: il sindaco Stefano Veschi, uscito eletto dalla consultazione dell’8 e 9 giugno scorsi. Bisognerebbe dire che è di Selci Lama, ma nel gergo è il sindaco espresso da Lama, perché lì da sempre vive, come del resto ammette la parte di Selci alla pari del vicinato.
Crediamo che anche a Sansepolcro e a Città di Castello, come nella stessa San Giustino, il nome di Selci Lama difficilmente sia stato pronunciato anche sul conto della stazione; qualcuno avrà detto che è la stazione di Selci, qualcuno che è quella di Lama, ma soltanto nei confronti di chi non abita qui viene adoperata la vera denominazione del paese, che continua ad avere due distinte comunità, per cui esistono da sempre il selciarino e il lamarino, ma non il selci-lamarino.
E allora, chi volle riunire le due parti in una? Cerchiamo di risalire al motivo con Fausto Del Bene, lamarino, che di San Giustino è stato sindaco dal 1985 al 1990 e che quindi può fornirci una spiegazione. “Se ben ricordo – dice Del Bene – all’indomani del censimento generale della popolazione, eseguito nel 1971, fu l’Istat a imporre questa unificazione, che anche adesso continua a esistere nella sostanza solo a livello di denominazione, seppure la tendenza attuale vada verso una maggiore coesione. Ma allora si trattò di una imposizione venuta dall’alto, di quelle che abbiamo dovuto subire”.
E perché questa decisione, proveniente dall’istituto di statistica? Su questo punto, Del Bene alza le braccia. Proviamo allora a ipotizzarlo: dal momento che in Italia esistono altri paesi con lo stesso nome (pensiamo a Selci Sabino, in provincia di Rieti, o a Lama di Caprese Michelangelo, tanto per rimanere nel nostro ambito), era forse il modo per identificare meglio le due realtà, che per distinguersi dalle altre omonime sparse per la nazione avevano bisogno di aggiungere come aggettivo la regione di appartenenza. E quindi, c’erano fino a quel momento Selci Umbro e Lama Umbra; così facendo, invece, Selci Lama era soltanto una e identificabile nell’Alta Umbria.
Per due realtà nelle quali lo spirito campanilistico era forte e tuttora rimane sentito, non fu facile “digerire” questo provvedimento, al quale non era forse nemmeno il caso di opporsi più di tanto. L’importante, in fondo, era mantenere intatta la propria identità, quella che era marcata anche fisicamente dalla vecchia statale 3 bis Tiberina, la strada che sembra quasi una linea di demarcazione. Dal 1971, quindi, Selci Lama è entità unica, nonostante la cartellonistica stradale lo avrebbe certificato più avanti. O meglio, il segnale di località “Selci Lama” era già installato ai due ingressi della ex 3 bis e quindi valeva per la zona della stazione e dello stabilimento di macchine agricole “Nardi”, la grande fabbrica che nei decenni ha garantito lavoro e benessere a selciarini e lamarini (e non solo!), non dimenticando che fra le divisioni del gruppo c’erano le “Officine di Selci”, proprio perché avevano sede su questo versante.
Percorrendo però i rispettivi viali dopo aver svoltato dalla statale, si trovava ancora il singolo cartello: Selci all’imbocco di viale Francesco Nardi (all’altezza del passaggio a livello) e Lama sul viale della Stazione. Non solo: chi arrivava direttamente in uno dei due paesi da arterie secondarie (esempio, a Selci da Giove o a Lama da Pitigliano), ha continuato per un bel po’ di tempo a trovare il cartello con l’indicazione di soltanto una delle due località, quella ovviamente di accesso diretto. Poi è stato tutto uniformato e da qualsiasi parte oggi si acceda – Selci o Lama che sia – la scritta è uguale: Selci Lama. Il problema è che per almeno una ventina di anni gli “scissionisti” di turno le hanno combinate di tutte, cancellando la scritta Selci se l’ingresso era da Lama e viceversa, oppure – come avvenne molti anni fa – riportando sul cartello stradale il risultato (1-0) di un derby calcistico rivinto dopo tanto tempo dal Selci e con sotto il commento di parte lamarina: “Dopo vent’anni”. Episodi che sanno di goliardia, ma che fanno capire come fosse difficile per ognuno accettare di perdere la collocazione storica propria per unirla con quella della controparte.
A distanza di oltre mezzo secolo, qual è stata l’evoluzione di Selci, di Lama e di Selci Lama? Diciamo che intanto il campanilismo – vuoi anche per le esigenze dei tempi di oggi – è stato in parte superato o quantomeno è da considerare “annacquato”: certamente, gli sfottò non sono sopiti e in fondo è bello anche così, specie se dietro c’è una componente non cattiva. Selci è un paese di 1700 abitanti, Lama arriva intorno ai 2600 (siamo su queste cifre) e quindi anche singolarmente potrebbero fare Comune; insieme, come frazione ufficiale, si avvicinano al 50% per ciò che riguarda il peso – anche demografico – del territorio sangiustinese. Determinanti spesso in occasione delle elezioni (il nuovo sindaco, come specificato, proviene da Lama e non è il primo della serie), hanno più di un elemento che ne certifica la singola specificità: due distinte squadre di calcio e due bande musicali (entrambe indici di vitalità paesana), ma anche due pro loco, due diversi appuntamenti clou (la ultraquarantennale Festa della Ranocchia di Selci e la Sagra mondiale dalla Gota di Lama), una farmacia a testa e persino due uffici postali.
E qui si innesca una curiosità: è un paese unico, ma per ciò che riguarda il codice di avviamento postale (Cap) Selci rimane 06017 e Lama è sempre 06013, anche se ci è stato riferito che per determinati aspetti dell’attività postale non vengono riconosciuti i due codici e allora l’indirizzo di una strada di Selci o di Lama passa in automatico sotto San Giustino con il relativo Cap, che è 06016. A unire Selci e Lama è sempre la zona della stazione ferroviaria (ai là del fatto che i treni dal 2017 non circolino più), dove oltre a essa c’è il già ricordato stabilimento della Nardi e dove i due paesi in uno si dividono la scuola media inferiore, la relativa palestra, il vicino cimitero e anche il piccolo centro commerciale, per il semplice fatto che a Selci non esiste un supermercato vero e proprio.
I segnali di integrazione si riconoscono laddove persone originarie di un luogo vanno a risiedere nell’altro (magari, abiti a Lama ma continui a sentirti selciarino e viceversa), oppure nei matrimoni fra residenti dell’una o dell’altra parte, che comunque ci sono sempre stati e anche negli scambi fra calciatori delle rispettive squadre, oggi più frequenti. Selci e Lama hanno pertanto trovato il loro equilibrio: avere la coscienza di paese unico, formato da due entità che in certi aspetti, però, stanno mantenendo la rispettiva distinzione, in nome della tradizione. Quella distinzione che, per esempio, il prossimo anno riporterà la sfida calcistica nel campionato di Promozione umbra, di fatto una strapaesana. Perchè – diciamolo francamente – se c’è un derby vero in Alta Valle del Tevere, questo non è certo Sansepolcro-Città di Castello, ma Selci contro Lama!