Con la stagione estiva e la crescente richiesta di acqua per uso irriguo tornano ad affiorare alcune questioni di fondo che caratterizzano gli approvvigionamenti da Montedoglio. Dal versante umbro, in questi giorni sono infatti uscite sulla stampa note e dichiarazioni che hanno riportato in luce il problema legato alla distribuzione idrica e quello relativo ai costi eccessivi che gli agricoltori della regione si trovano puntualmente a dover sostenere.
In ordine di tempo i primi a fare presenti tali questioni sono stati la Confagricoltura Umbria e le Cooperative dell’Altotevere (Fattoria Autonoma Tabacchi, ProAgri, Virginia Trade, Fattoria Agri&Service, Trasformatori Tabacco Italia, Unitab, Opta, Arpt e Agricoper), i quali hanno congiuntamente spiegato che, innanzitutto, le quantità distribuite da EAUT (Ente Acque Umbro Toscano) attraverso l’invaso di Montedoglio non sono sufficienti a soddisfare le richieste: secondo gli scriventi alle due pompe attualmente attive bisognerebbe aggiungerne una terza, così da incrementare il flusso che attraverso i laghi di compenso raggiunge gli agricoltori dell’Umbria settentrionale. In effetti questo è un limite – del quale peraltro si è parlato anche lo scorso anno – che a causa del cambiamento climatico e dell’aumento dei fabbisogni irrigui, non è più possibile ignorare: proprio per questo motivo l’EAUT ha da tempo disposto di installare altre due pompe che consentiranno di efficientare il sistema di distribuzione dell’acqua invasata. L’intervento dovrebbe essere ultimato entro fine anno, di conseguenza per il 2025 il flusso in uscita da Montedoglio passerà da 2 a 3 mc al secondo. In merito a ciò è da considerare il fatto che per motivi precauzionali non tutte e cinque le pompe saranno operative simultaneamente, visto che due di queste (una delle tre attuali e una delle due nuove) dovranno rimanere a disposizione del sistema per affrontare eventuali guasti. In altre parole, per questa estate i limiti rimarranno, poi però dalla prossima l’acqua dovrebbe arrivare ai laghi di compenso, quindi alle aziende, in misura maggiore.
Un altro problema che è stato recentemente segnalato non soltanto dai soggetti di cui sopra ma anche dalla consigliera regionale Manuela Puletti (Lega Nord), è quello delle tariffe. Come accade da anni gli agricoltori umbri sono costretti ad acquistare l’acqua di Montedoglio a un costo maggiore (0,23 euro a mc/mq) rispetto a quelli toscani (0,15 euro a mc/mq): questa differenza è imputabile a diversi fattori che, a partire alla diversa conformazione morfologica (il territorio umbro ha maggiori dislivelli), determinano differenze importanti in termini di gestione e manutenzione. Nonostante tale condizioni, lo scorso novembre il Consiglio Regionale dell’Umbria ha approvato, all’unanimità, una mozione che come prima firmataria aveva proprio la consigliera Puletti: chiedendo di armonizzare le tariffe dell’Umbria a quelle della Toscana, il documento ha dato mandato alla Giunta Regionale di aprire un tavolo di confronto con l’AFOR (Azienda Forestale Regionale), l’Eaut, le associazioni di categoria e gli agricoltori. Al momento questa azione istituzionale non ha ancora dato i suoi frutti, pertanto – in attesa che sopratutto da parte di AFOR si riscontri l’effettiva volontà ad aggiustare le tariffe (dato che il grossista EAUT pratica indistintamente un unico prezzario) – anche da punto di vista politico ed amministrativo la questione ha in questi giorni recuperato una certa centralità. Tutto questo mentre sul fronte cooperativistico e delle organizzazioni di categoria si è arrivati a chiedere l’istituzione di consorzio a cui possa essere affidata le gestione della distribuzione idrica per uso irriguo.
Quest’ultima proposta sarebbe nata anche in considerazione del fatto che, secondo Confagricoltura e le Cooperative dell’Altotevere, alcune aziende agricole che hanno realizzato privatamente sistemi di approvvigionamento autonomi starebbero beneficiando di tariffe più vantaggiose rispetto a quelle applicate dall’AFOR.
Infine, cronologicamente in coda a quanto fin qui riportato, si registra anche l’uscita di Coldiretti Umbria, la quale ha rimarcato che al cospetto dei lunghi periodi di siccità e dei frequenti eventi meteorologici estremi, come la grandinata che lunedì ha colpito San Giustino, è ormai doveroso individuare soluzioni che possano quantomeno risolvere i problemi di costo e approvvigionamento dell’acqua di Montedoglio.