Con la conquista di Città di Castello, si spalanca davanti agli Alleati il grande bacino settentrionale della valle. Ritirandosi, i tedeschi cercano di sfruttare al meglio i vantaggi che offre il terreno e si attestano sul crinale di Citerna. Ma la forza d’urto degli anglo-indiani è potente. Dopo una notte di combattimenti e di bombardamenti, il 26 luglio si spianano la strada verso Citerna, liberata intorno alle 12.30. Per non essere presi in trappola, i tedeschi devono evacuare pure Pistrino. I citernesi, da 12 giorni sotto i bombardamenti, sono stremati. A causa della guerra muoiono 12 persone a Pistrino, tra cui il parroco don Serafino Rondini e una suora, 9 a Citerna, 4 a Fighille.
Intanto i gurkha annientano le ultime sacche di resistenza nemica a Monterchi e gli inglesi dell’8° Manchester occupano Le Ville e avanzano verso Anghiari. La sera del 29 luglio, quando vi entrano le truppe del Punjab, la trovano già libera dai tedeschi. Si sono difesi con tenacia sulle colline tra Le Ville e Anghiari, anche con carri armati; ma sono riusciti a rallentare solo di poco l’avanzata degli anglo-indiani.
A est del Tevere, anche Pietralunga viene liberata il 29 luglio. È rimasta a lungo ai margini della linea del fronte tra tedeschi e Alleati, senza che nessuno dei due schieramenti sferrasse attacchi importanti. L’arciprete don Pompilio Mandrelli e l’ultimo comandante tedesco, Alois Nevil, stabiliscono un rapporto di umana comprensione che riesce a evitare eccessi di violenza ai danni della popolazione.
Per approfondire: Storia tifernate. La battaglia di Pistrino e la liberazione di Citerna e Monterchi.