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In Valmarecchia si riaccende il dibattito sul parco eolico “Badia del Vento”

Appello del sindaco di Casteldelci al presidente Giani dopo le sue dichiarazioni sull’impianto di Magliano: “Il nostro territorio merita lo stesso rispetto della Maremma”

Alla Valmarecchia lo stesso rispetto che merita la Maremma. Il sindaco di Casteldelci, Fabiano Tonielli, ha preso spunto dalle recenti dichiarazioni del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che ora riportiamo: “Non vi sarà alcuna speculazione legata agli impianti eolici nel territorio di Magliano in Toscana e più in generale in Maremma”. Non solo: Giani ha precisato che questo territorio, “per la sua vocazione turistica, per le caratteristiche paesaggistiche e agricole, non si presta ad ospitare impianti di pesante impatto”. Quanto detto, è stato riportato sul quotidiano “la Nazione” del 24 luglio scorso. Come noto, Casteldelci si trova dal 2009 in Emilia Romagna, nella provincia di Rimini e il suo territorio comunale confine con quello di Badia Tedalda; proprio Casteldelci, pur non toccata materialmente dal posizionamento delle torri, è la realtà che subirebbe l’impatto ambientale maggiore dalla realizzazione del progetto “Badia del Vento”.

Tonielli coglie dunque la palla al balzo: “In base a queste argomentazioni – sostenute dal presidente Giani per motivare il “no” all’eolico in Maremma – ci si aspetterebbe lo stesso atteggiamento anche rispetto ad altre aree di elevato valore ambientale e paesaggistico come ad esempio, quella in cui dovrebbe essere installato l’impianto eolico industriale “Badia del Vento”. Tale impianto, consistente in 7 pale alte 180 metri, come 7 grattacieli di 60 piani – ricorda Tonielli – occuperebbe una vasta area di crinale, in Toscana, nel comune di Badia Tedalda, ma i suoi impatti ricadrebbero in gran parte sulla Valmarecchia (Emilia Romagna) essendo previsto sulla linea di confine con il Comune di Casteldelci.

Sulla realizzazione di questo impianto, il cui iter autorizzativo è in via di conclusione negli uffici della Regione Toscana, hanno espresso parere negativo le due soprintendenze, quella romagnola e toscana; la Regione Emilia Romagna con il Parco Interregionale del Sasso Simone e Simoncello, la Provincia di Rimini, la Provincia di Forlì-Cesena, l’Unione dei Comuni della Valmarecchia, il Comune di Casteldelci e la Direzione Tutela della Natura della Regione Toscana. Un “no” unanime per gli enormi impatti sul Paesaggio, sulle aree naturali protette e sulla sicurezza del territorio perché esiste un conclamato rischio di dissesto idrogeologico, come dimostrato in occasione degli eventi atmosferici del 2023 che hanno pesantemente colpito questi territori”. Per le stesse ragioni, tutte le principali associazioni di tutela dell’ambiente e del paesaggio hanno manifestato un netto dissenso: Italia Nostra, il Wwf Rimini e Forlì-Cesena, il Cai Toscano, I Cammini di Francesco in Toscana, Mountain Wilderness Italia, Altura e Associazione D’là dé Foss (Al di là del Fosso), solo per citarne alcune. Per la tutela della Valmarecchia, si sono espresse anche le principali associazioni del commercio e del turismo, attraverso ripetuti comunicati stampa da parte della Confcommercio di Rimini e dell’Associazione Albergatori di Rimini. Non solo: in modo unanime si sono mobilitate tutte le forze politiche dell’Emilia Romagna, che più volte hanno reso dichiarazioni pubbliche contro le speculazioni in atto nei territori romagnoli al confine con la Toscana.

Nell’incontro di Novafeltria del febbraio scorso, si sono uniti diversi rappresentanti parlamentari di questi territori. Altre attestazioni di contrarietà sono pervenute in occasione dell’incontro di aprile a Roma, al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica con il ministro Pichetto Fratin. “Ciononostante e contro il comune buon senso – dichiara il sindaco di Casteldelci – la posizione della Regione Toscana rispetto a questo impianto, al contrario di quanto è accaduto per la Maremma, appare ad oggi favorevole. Il sindaco di Badia Tedalda ha addirittura recentemente dichiarato con assoluta certezza che a breve l’impianto di Badia del Vento sarà autorizzato dalla Regione Toscana. Voglio allora chiedere al presidente Giani e anche all’assessore toscano all’ambiente, Monia Monni, se esistono una Toscana da tutelare e una (di confine) che è possibile “sacrificare”; se esistono comunità da ascoltare e altre che è possibile ignorare, se esistono sindaci che sono da prendere come punto di riferimento ed altri la cui voce non conta, soprattutto se sono “vicini di casa”. Gli chiedo infine se ritiene istituzionalmente corretto non considerare le ragioni di salvaguardia dei territori della Romagna, piazzando sulla linea di confine enormi ecomostri come quello di Badia del Vento”.
 

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