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“Oggi, 80 anni fa”: mine, granate e violenze

L’episodio più grave ad Anghiari, dove una bomba ad orologeria lasciata dai tedeschi fa 15 vittime

Rovine a Selci Lama

La guerra continua a mietere vittime anche dove il fronte è già passato. Sono soprattutto le mine disseminate dai tedeschi a fare scempio di persone di ogni età: contadini che tornano al lavoro sui campi, bambini che giocano, passanti ignari della presenza dei micidiali ordigni; anche uomini e giovani incauti che cercano di disinnescarli. Nei 13 comuni altotiberini si conteranno 213 vittime civili di mine e di residuati bellici.

L’episodio più grave avviene ad Anghiari il 18 agosto. La mattina esplode la caserma dei carabinieri. Restano sotto le macerie 3 militi dell’Arma e 12 civili, tra cui 7 donne e una bambina. La bomba ad orologeria è stata innescata dai tedeschi prima di ritirarsi.

Il 18 agosto è un giorno infausto anche per San Giustino. Un colpo di cannone britannico centra una casa a Colle. Muoiono il maestro di musica Arturo Bà, una contadina e due adolescenti, tra cui la figlia di Bà.

Anche la violenza germanica continua a uccidere. Al Roccolo di San Giustino viene colpito a morte il contadino Pasquale Crociani; ha reagito con le armi a un sopruso dei tedeschi.

È soprattutto nelle campagne della Valtiberina toscana che i tedeschi ancora spadroneggiano. Si susseguono razzie di bestiame, requisizioni di uomini costretti a ogni genere di lavoro e altre prepotenze. A Ponte alla Piera una giovane è stuprata e uccisa; un contadino viene fucilato per essersi opposto al furto del suo bestiame. Tra il 29 luglio al 30 agosto, sulle alture tra Sansepolcro, Montecasale, l’Alpe della Luna e Castelnuovo, i tedeschi uccidono 57 persone.

Per approfondire: Storia tifernate. Le vittime civili della guerra.

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