Caro energia elettrica, caro gas e ora anche caro acqua per le famiglie umbre. Il tutto a causa dei maggiori costi che negli anni passati hanno sostenuto i gestori dei servizi, non dimenticando che in Umbria l’acqua ha già un prezzo abbastanza alto. L’Autorità Regionali per i Rifiuti e l’Idrico (Auri) ha approvato le tariffe per i prossimi anni che riguardano tutti gli ambiti territoriali integrati (Ati) del territorio regionale. Gli aumenti, a partire dall’anno in corso, oscillano fra il 5,9% e l’8%, ma se prendiamo in considerazione il periodo regolatorio 2024-2029 si va dal 20,8% al 23,6%.
Per ciò che riguarda gli Ati numero 1 e numero 2 (nei quali rientrano tutti i Comuni serviti da Umbria Acque), l’incremento è stimabile in un 7,7% sia quest’anno che il prossimo, mentre dal 2026 al 2029 si oscillerà dallo 0,6% al 3,5%. Ciò significa che le bollette complessive arriveranno quest’anno a 102,5 milioni, a 108,3 nel 2025 e poi dal 2026 al 2029 crescerà da 112 a 116 milioni.
Ricordiamo che l’Ati numero 1 è composto dai 14 Comuni che riuniscono Altotevere ed Eugubino-Gualdese: Citerna, Città di Castello, Costacciaro, Fossato di Vico, Gualdo Tadino, Gubbio, Lisciano Niccone, Monte Santa Maria Tiberina, Montone, Pietralunga, San Giustino, Scheggia e Pascelupo, Sigillo e Umbertide.
L’Ati numero 2 è quello del Perugino e del Trasimeno, ma non solo: comprende ben 24 Comuni, che sono Assisi, Bastia Umbra, Bettona, Cannara, Castiglione del Lago, Città della Pieve, Collazzone, Corciano, Deruta, Fratta Todina, Magione, Marsciano, Massa Martana, Montecastello di Vibio, Paciano, Panicale, Passignano sul Trasimeno, Perugia, Piegaro, San Venanzo, Todi, Torgiano, Tuoro sul Trasimeno e Valfabbrica.
Nell’Ati 3, quello del Folignate-Spoletino gestito da Vus, +5,9% quest’anno e altrettanto il prossimo, +6,5% nel 2028, mentre per 2026, 2027 e 2029 si oscillerà dall’1,1% al 3%; in tutto il periodo considerato la bolletta lieviterà da 27,5 a 32,5 milioni di euro.
Per l’Ati 4 infine, quello del Ternano, +6,2% per il triennio 2024-2026 mentre fino al 2029 gli aumenti saranno contenuti tra lo 0,3% e il 2,2%, per un totale che passerà da 51,4 a 57,2 milioni.
I numeri sono espressione dell’impennata dei costi energetici a carico delle aziende nel 2002 e dall’inflazione, che ha fatto lievitare le spese e che – sulla base di quanto stabilito da Arera, l’Autorità nazionale di regolazione per energia, reti e ambiente – i gestori possono chiedere indietro quando gli enti di regolazione come Auri mettono mano alla determinazione delle tariffe del periodo. L’Autorità nazionale, vista l’eccezionalità di quanto successo, ha dato la possibilità di spalmare questi costi fino al 2031.