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“Assalto eolico a Valtiberina e Valmarecchia”: istanza a Ministero e Regione

Il documento è stato sottoscritto da una decina di associazioni: “Nove progetti per 52 aerogeneratori di grande taglia”

La pala eolica di Poggio dei Frati nel comune di Badia Tedalda (immagine di repertorio)

Proseguono le azioni delle associazioni e i comitati per la tutela del patrimonio naturale e paesaggistico contro la collocazione di impianti eolici nei territori della Valtiberina e della Valmarecchia. Le sezioni locali di Italia Nostra, assieme a varie realtà ambientaliste regionali ed altre associazioni del territorio, hanno presentato un’istanza congiunta al Ministero dell’Ambiente e alla Regione Toscana per impedire la realizzazione di nove progetti di impianti eolici di taglia industriale nell’area corrispondente allo storico Montefeltro. “Questi progetti rappresentano un attacco al territorio speculativo che porterebbe interessi economici solo per pochissimi, a danno dell’intera collettività” si legge nella dura nota pubblica sul sito di Italia Nostra.

Una situazione che le associazioni definiscono “paradossale, perché ci sarebbe una sovrapposizione di progetti e la selva di aerogeneratori proposti sarebbe talmente fitta e scriteriata che i rotori delle pale, durante il funzionamento, andrebbero in collisione. Si assisterebbe così alla trasformazione dell’intera area in un complesso industriale eolico formato da 52 aerogeneratori di grandissima taglia con impatti enormi sull’ambiente e sulla stabilità dei versanti. Se questi impianti fossero autorizzati, ci sarebbe un concreto rischio di disastro ambientale, con previsione di sbancamenti dei crinali e di frane. La distruzione di ettari di bosco di altissimo pregio necessario per installare queste enormi pale sarebbe un insulto al buon senso e un totale controsenso rispetto agli obiettivi delle fonti rinnovabili”.

Dunque un impatto enorme a livello paesaggistico, ma anche economico e turistico, poiché “le zone interessate, come ad esempio i comuni di Casteldelci, Pennabilli, Sant’Agata Feltria, San Leo, Urbino, Borgo Pace, La Verna, Sansepolcro, Caprese Michelangelo solo per citarne alcuni, vedrebbero stagliarsi all’orizzonte, insieme alle pale, anche un irrefrenabile processo di impoverimento e difficoltà dell’economia locale legata al turismo e alle attività socio-culturali. L’obiettivo – aggiunge la nota – è quindi quello di impedire l’assalto scriteriato di pale che sarebbero collocate in violazione delle disposizioni previste dalle norme in vigore che tutelano i beni culturali, il paesaggio e le aree naturali protette. Tutto questo sarebbe un attacco alla salute e alla sicurezza del territorio e dei suoi abitanti, nonché alla sua bellezza e al patrimonio culturale”.

“Non può esserci alcun futuro per un Paese che distrugge il proprio ambiente e la sua bellezza – conclude la nota congiunta – e l’Italia è stato un fervido esempio che ha fatto della propria bellezza e dei suoi paesaggi un motore trainante per l’economia attraverso il turismo. Vogliamo distruggere anche questo sotto il cappello di una falsa transizione ecologica? Le associazioni chiedono alle istituzioni di prendere in considerazione questa istanza e di agire in modo responsabile e sostenibile per il bene del territorio e della collettività”.

Il documento è stato sottoscritto dalle seguenti associazioni: Italia Nostra sezioni Firenze e Valmarecchia, WWF sezioni di Rimini e Forlì – Cesena, Mountain Wilderness Italia, Club Alpino Regione Toscana, Associazione I Cammini di Francesco in Toscana, Gruppo di Intervento Giuridico, Associazione Culturale D’la dè Foss (Al di là del Fosso), Associazione Altura ed i Gruppi Crinali Bene Comune in Valmarecchia e Appennino Sostenibile in Toscana.
 

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