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“I popoli del Parco” (delle Foreste casentinesi), al palazzo del Capitano di Bagno di Romagna. Sabato alle 11

Quello su “I popoli del Parco” è un progetto che si prefigge di valorizzare e conservare il patrimonio culturale di un territorio fortemente influenzato da una identità comune e irripetibile. Nell’appuntamento di Bagno di Romagna saranno presentati gli strumenti adottati per la sua valorizzazione: ricerche, borse di studio, mappe interattive, sito dedicato e mostre tematiche.

Il territorio del Parco è stato abitato e vissuto dall’uomo per secoli. Le tracce ed i resti di questa convivenza fra uomo e natura sono oggi ancora visibili, anche se in parte quest’ultima si è riappropriata dei suoi spazi. I numerosi ruderi, le mulattiere, le maestà, le chiesette di campagna sono tracce di un mondo che non esiste più, fatto di pochi ma solidi valori di solidarietà e di sacrifici. Sono opere dell’uomo che ci raccontano di una vita dura, condotta con grande dignità e amore verso queste terre. I “popoli del Parco” sono gente di montagna, tutori per secoli di un tratto di Appennino oggi tutelato dall’area protetta. Con il progressivo spopolamento del Dopoguerra, solo interrotto da recenti fenomeni di controtendenza, la minaccia dell’oblìo sui saperi di un popolo che aveva imparato a convivere con la natura, a trarne di che vivere, si è fatta sempre più pressante.

“È proprio l’urgenza di salvare queste conoscenze che ha fatto nascere il progetto ‘I popoli del Parco’, un contenitore dove confluiscono le ricerche condotte dall’area protetta in campo etnologico. È una ricerca che ci aiuta a ricostruire e tutelare un patrimonio di conoscenze e di esperienze costantemente minacciato, consapevoli che la conoscenza del passato, delle proprie radici, costituisce un elemento imprescindibile per valorizzare il territorio e riannodare i fili di un senso di appartenenza”. Luca Santini, presidente del Parco.

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