Il Salone Internazionale del Libro di Torino si appresta oggi a concludere un’edizione 2023 caratterizzata da una partecipazione che si preannuncia da record, con tantissimi eventi che hanno attirato l’attenzione di un pubblico sempre più vasto tra cultura, lettura e tematiche di attualità. Una crescita che è stata nettamente percepita anche all’interno del Bosco degli Scrittori, allestito anche quest’anno dalla casa editrice valtiberina Aboca Edizioni all’interno del Padiglione Oval: una vera e propria foresta di oltre 330 metri quadri caratterizzata da migliaia di piante, un sottobosco di piccoli cespugli ed arbusti, ma anche alberi a medio e alto fusto dislocati tra terra, rocce, piccoli promontori e veri specchi d’acqua.
Tra gli appuntamenti clou all’interno del ricco calendario proposto dal Bosco degli Scrittori, vi è quello tenutosi domenica pomeriggio dal titolo “La cultura della biodiversità” con la partecipazione dell’ad di Aboca Massimo Mercati e dello scienziato Stefano Mancuso, moderati dalla giornalista Giovanna Zucconi. Il tema dell’incontro ha spinto i partecipanti a riflettere sui molteplici significati della parola “biodiversità”, partendo dalla sua importanza per la salvaguardia dell’ambiente fino alla sua rilevanza culturale e relazionale.
In particolare, si è discusso del fatto che la biodiversità è un patrimonio di inestimabile valore che va tutelato e preservato per le generazioni future. Un fattore determinante, in questo senso, è rappresentato dalla necessità di investimenti nella prevenzione e nella salvaguardia dell’ambiente, anziché agire solo dopo che i disastri sono già accaduti, come ad esempio nel recente caso dell’Emilia Romagna. Questa mentalità è stata definita come “estremamente controproducente, poiché si potrebbe evitare la maggior parte delle catastrofi investendo nella prevenzione, e ciò comporterebbe anche un risparmio economico notevole rispetto alle spese per intervenire dopo che i danni sono già stati causati” ha ricordato Mancuso “Purtroppo non riusciamo a comprendere neppure nel medio periodo le conseguenze delle nostre azioni. Alcune tra le parole chiave per comprendere la crisi ambientale odierna, sono monocoltura e agricoltura industriale”.
In questo contesto, si è anche sottolineata l’importanza della comunità e delle relazioni, elementi fondamentali per la tutela della biodiversità da un punto di vista culturale. Infatti, solo attraverso la cooperazione e la collaborazione tra le persone è possibile raggiungere gli obiettivi di salvaguardia ambientale e di preservazione dell’ecosistema. “La felicità è relazionale per definizione – ha spiegato Mercati – Il futuro della biodiversità è un’alleanza tra gli uomini e la natura di cui fanno parte. L’uomo pensa di poter dominare la natura e piegarla alle sue esigenze; questo è un errore di percezione. Le tecnologie non devono dominare la natura, ma mettersi al servizio dell’ecosistema nelle quali agiscono. Solo con questo cambio di visione si potrà guardare all’evoluzione con una logica non pessimistica”.