Impennata del liceo della comunicazione, tenuta sostanziale di liceo e tecnico economico, ancora un calo al “Fanfani-Camaiti”. Questa la sintetica fotografia delle classi prime degli istituti medi superiori della Valtiberina Toscana alla ripresa dell’anno scolastico. Con almeno un paio di premesse iniziali: gli effetti sempre più marcati del calo demografico (ricordiamo che gli iscritti sono nati nel 2010, quando la grande crisi era in atto) e la duplicazione geografica di alcuni indirizzi didattici, vedi la presenza di un liceo scientifico anche a Città di Castello e a Bagno di Romagna, che ha tolto una buona fetta di utenza.
Per la prima volta, è operativo il nuovo istituto di istruzione secondaria superiore “Città di Sansepolcro”, che riunisce tutte le scuole tranne il liceo della comunicazione “San Bartolomeo”, dal quale – come anticipato – giungono i numeri migliori: 54 ragazzi contro i 30 dello scorso anno (quasi un raddoppio) e tre classi. Da Sansepolcro in larga maggioranza, ma dai Comuni del comprensorio più quelli vicini umbri di San Giustino e Citerna la provenienza degli studenti, con qualche eccezione romagnola di giovani che rimangono al convitto, come quelli che sono saliti dall’isola di Pantelleria.
Al liceo “Città di Piero”, il calo complessivo rispetto al 2023 è stato di appena due unità (da 84 a 82), con 37 ragazzi nelle due sezioni dello scientifico, 27 a scienze applicate e 18 al linguistico, mentre per il secondo anno fila non è partito il classico, del quale rimangono terza, quarta e quinta classe. Buono, visto il trend generale, anche l’andamento del tecnico economico “Fra Luca Pacioli” (ex ragioneria): 62 matricole in tre classi, ripartite fra amministrazione, finanza e marketing (30), relazioni internazionali (20) e turismo (12), articolato assieme ai 14 studenti del tecnico industriale “Margherita Hack”, che a sua volta faceva parte del vecchio polo artistico-professionale.
Il totale di quest’ultimo è superiore all’anno passato: 40 frequentanti il liceo artistico “Giuseppe Giovagnoli” (due classi da 20, con indirizzo dal terzo anno in poi e ancora ragazzi dalla Romagna) e 12 l’istituto professionale “Francesco Buitoni”, che cancella lo zero di dodici mesi fa soltanto per ciò che riguarda la specializzazione in manutenzione; nessun iscritto al corso per operatore socio-sanitario e nessuno anche a quello per odontotecnico, dei quali rimangono in piedi le ultime classi. E dire che gli sbocchi occupazionali per queste figure non mancherebbero.
Chiusura con il “Fanfani-Camaiti” di Pieve Santo Stefano, che è sceso di una decina di unità: 18 studenti sia all’alberghiero che al tecnico forestale e 10 al tecnico agrario. Su questo dato, pesa anche la difficoltà nei collegamenti con mezzi pubblici.