“Giù le mani dalla sanità pubblica”. Unite da questo messaggio, circa 300 persone hanno partecipato nella mattinata di oggi (sabato 23 settembre) alla manifestazione in difesa della sanità pubblica indetta da Cgil, Cisl e Uil territoriali dell’Altotevere, insieme con i sindaci del territorio, Confindustria e le principali associazioni cittadine.
Fabrizio Fratini, per Cgil Cisl Uil, ha aperto l’iniziativa pubblica, ricordando e ringraziando il Presidente emerito Giorgio Napolitano, scomparso ieri, e ringraziato tutti i presenti, “perché – ha detto – ogni presenza è fondamentale per la battaglia intrapresa, per rendere effettivamente esigibile il diritto alla salute sancito dalla Costituzione”. Fratini ha anche ringraziato “tutte le lavoratrici e i lavoratori della sanità che quotidianamente, tra mille difficoltà, si impegnano con professionalità e abnegazione al servizio dei cittadini, nonostante da eroi siano passati in poco tempo ad un costo da comprimere”.
Secondo i sindacati e tutti i promotori della manifestazione, per rendere la sanità pubblica, gratuita, universale, e accessibile servono finanziamenti adeguati a sostenere le risorse umane e strumentali, per rispondere alle nuove e crescenti esigenze dei cittadini, evitando così di “tornare indietro ai tempi delle mutue.
Nel corso dell’iniziativa sono intervenuti il sindaco di San Giustino, Paolo Fratini, il sindaco di Lisciano Niccone, Gianluca Moscioni, il senatore Walter Verini, il vice sindaco di Montone, Roberta Rosini, Il vice presidente del Consiglio Regionale, Michele Bettarelli, la sindaca di Monte Santa Maria Tiberina, Letizia Michelini, il direttore generale della Usl Umbria 1, Enrico Martelli, e Italo Cesarotti in rappresentanza delle associazioni di volontariato del territorio.
In conclusione, il sindaco di Città di Castello, Luca Secondi, ha affermato che l’impegno di tutti i promotori è quello di “continuare la lotta e la mobilitazione attraverso un continuo e costante coinvolgimento di tutte le comunità dell’Alto Tevere, perché, partendo dal basso, istituzioni, sindacati, associazioni, con un forte coinvolgimento popolare, possono costruire le condizioni per fare ritornare la sanità un bene comune e diffuso nel territorio”.