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“Capire la guerra per eliminare le insicurezze e conoscere i rischi”, dice Toni Capuozzo

Il giornalista ha presentato a Sansepolcro il libro nel quale cerca di spiegare i conflitti ai ragazzi: “Ma di fronte alla guerra siamo tutti ragazzi”

Toni Capuozzo (al centro) durante l’incontro di Sansepolcro

“Cercare di capire cos’è una guerra aiuta se non altro a uscire dalla paura confusa, dalle insicurezze e dalle incertezze. Aiuta a capire razionalmente i rischi che corriamo e quali sono i rischi che dobbiamo evitare”. È stato un successo, come era prevedibile, l’incontro di mercoledì 16 ottobre a Sansepolcro con il noto giornalista e scrittore Toni Capuozzo, per 40 anni inviato sui luoghi di guerra e poi vicedirettore del Tg5; troppo piccola la sala conferenze della biblioteca comunale “Dionisio Roberti” per ospitare le persone che non hanno voluto perdersi l’appuntamento, improntato sulla presentazione del libro “Cos’è la guerra? I conflitti spiegati ai ragazzi”.

Questo volume, arricchito dai contributi del generale Francesco Ippoliti e illustrato da Armando Miron Polacco, è un’opera che si propone di spiegare ai giovani, in modo chiaro e comprensibile, i temi complessi legati ai conflitti bellici. Attraverso racconti e testimonianze, Capuozzo approfondisce non solo gli aspetti storici e geopolitici della guerra, ma anche le sue drammatiche conseguenze umane, con l’obiettivo di stimolare una riflessione critica nei più giovani, affinché possano comprendere meglio i meccanismi e gli impatti delle guerre, spesso percepite come lontane o incomprensibili.

Dopo l’introduzione di Cristiano Romani di Associazione Cultura Nazionale e i saluti del sindaco Fabrizio Innocenti, del vice Riccardo Marzi e dell’assessore alla cultura, Francesca Mercati, ha preso la parola Capuozzo, partendo dalla premessa di fondo: “I nonni di oggi, nati negli anni successivi al 1945, non sanno cosa sia la guerra; anzi, costituiscono la prima generazione che è invecchiata senza aver visto una guerra, ma noi non siamo in grado di trasmettere e far capire cosa sia una guerra oggi, perché noi nonni per primi non lo sappiamo. Il problema è che, purtroppo, non lo sanno nemmeno i politici e anche i giornalisti. Io, che per 40 anni ho assistito ai conflitti e li ho raccontati, mi sono provato a spiegare cosa sia una guerra vista da vicino e come si possa evitare per arrivare alla pace. Scrivere questo libro è come aver lanciato la bottiglia in mare: se qualcuno ha voglia di raccogliere il messaggio, bene, altrimenti il suo dovere uno l’ha fatto”.

Quando si parla di guerra, sembra che il mondo dei ragazzi – quindi dei giovani – sia avulso, nel senso che la tendenza sia quella a tener fuori le giovani generazioni da questioni delicate. Anche quando l’argomento è trattato nei dibattiti televisivi. Capuozzo ha allora compensato questo vuoto? “Ho dedicato il libro ai ragazzi perché a essi stiamo consegnando un mondo segnato da tensioni e conflitti, ma credo che di fronte alla guerra non si debbano fare distinzioni, nel senso che tutti siamo ragazzi e che tutti abbiamo le nostre paure”. Inevitabile il riferimento alle due guerre in atto: quella fra Ucraina e Russia e quella in Medio Oriente. E Capuozzo punta l’indice con precisione: “La diplomazia sembra quasi scomparsa. Persino gli Stati Uniti – che a lungo sono stati la potenza mondiale in grado di decidere sul futuro di tanti altri Paesi, anche lontani da Washington – oggi sono inascoltati. Ci hanno provato, fallendo e adesso non si parla più negoziati per il “cessate il fuoco”, ma di “botta e risposta” fra Iran e Israele e di un conflitto che non si ferma a Gaza perché si è allargato al Libano. Non solo: il resto del mondo non porta buone notizie. La guerra in Ucraina sta facendo un po’ meno notizia, anche se continua in modo sanguinoso per entrambe le parti e senza una vera prospettiva di risoluzione in breve tempo. Non sono infine tranquillizzanti nemmeno le notizie provenienti da Taiwan: sono tutte guerre che comportano conseguenze per noi (vedi gli aumenti del costo del petrolio) e quella in Ucraina ci vede anche coinvolti”.   

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