“Due firme per far bene al mio Paese”. È l’invito che Uila (Unione italiana dei lavori agroalimentari) rivolge a tutti i cittadini chiedendo loro di sostenere le due proposte di legge di iniziativa popolare, una a favore della genitorialità l’altra dei disoccupati e dell’uscita anticipata dal lavoro, che il sindacato intende presentare in Parlamento. Per farlo è necessario raccogliere 50mila firme per ognuna ed ecco l’impegno di Uila sul territorio, anche in Umbria, per far conoscere i provvedimenti. Mercoledì 10 gennaio ha promosso un incontro a palazzo di Priori a Perugia a cui hanno partecipato Pietro Pellegrini e Daniele Marcaccioli, segretari di Uila, il primo nazionale il secondo regionale dell’Umbria, e Claudio Bendini, segretario generale di Uil Umbria. Presente, inoltre, il sindaco di Perugia Andrea Romizi. “Con queste due proposte di legge – ha spiegato Marcaccioli – affrontiamo temi generali e grazie al patrocinio di Uil riusciamo ad abbracciare una platea molto più ampia di lavoratori di quelli che noi rappresentiamo. Abbiamo di fronte una sfida importante, raccogliere 100mila firme in 6 mesi, che vogliamo vincere. Per farlo dobbiamo uscire fuori dalle fabbriche e andare nelle piazze”. Il prossimo appuntamento per la raccolta firme nel capoluogo umbro sarà a Pian di Massiano a piazzale Umbria Jazz, il 13 gennaio dalle 8 alle 13 durante il tradizionale mercato del sabato.
A Pietro Pellegrini il compito di illustrare le proposte per le quali il sindacato ha indicato anche le possibili coperture economiche nel “Fondo nazionale per le politiche sociali” – ha spiegato il segretario nazionale di Uila. Dalle coperture ai contenuti partendo dal sostegno alla genitorialità. “I dati di questi giorni forniti dal Ministero del lavoro – ha spiegato Pellegrini – ci dicono che in 37mila famiglie qualcuno, quindi prevalentemente donne, lascia il lavoro perché non riesce a conciliarlo con il ruolo di genitore. La nostra iniziativa va nella direzione di aiutare i genitori a esserlo anche nel mondo del lavoro”. L’articolo 1 della proposta innalza dall’80% al 100% della retribuzione l’indennità riconosciuta dall’Inps per il periodo di maternità obbligatorio. L’articolo 2 aumenta da 4 a 30 i giorni di congedo obbligatorio per il padre retribuiti al 100% di cui poter godere nei primi mesi di vita del figlio. L’articolo 3 introduce per entrambi i genitori la possibilità di utilizzare il congedo parentale facoltativo (6 mesi retribuiti entro i 6 anni di vita del bambino) incrementando l’indennità corrisposta dall’Inps dal 30 al 50 per cento della retribuzione. E poi la proposta legata al mondo del lavoro. “Sono state fatte delle riforme – ha proseguito Pellegrini –, alcune anche nella direzione che auspicavamo ma questo non basta. Oggi chi perde il lavoro usufruisce della Naspi che garantisce un reddito parziale: per i primi 3 mesi pari all’80% di quello che avrebbe guadagnato lavorando, poi c’è un décalage del 3% dal quarto mese che alla fine dei 24 mesi di disoccupazione porta a percepire un indennizzo pari circa alla metà della retribuzione iniziale. La nostra iniziativa all’articolo 1 propone di abrogare il décalage”. L’articolo 2 elimina il tetto della contribuzione figurativa, mentre l’articolo 3 affronta l’accesso all’Ape (Anticipo pensionistico) sociale proponendo di renderla strutturale e non sperimentale com’è fino al 31 dicembre 2018 e di estenderla a coloro che hanno perso il lavoro involontariamente con 20 e non 30 anni di contributi. “All’Ape sociale – ha aggiunto Pellegrini – possono accedere le categorie che svolgono lavori usuranti indicate in un elenco in cui sono stati inseriti anche agricoltori e pescatori ma che abbiano maturato un minimo annuale di 156 giornate che in molti non raggiungono. Chiediamo che il tetto sia abbassato”. “Trovo interessante questo modo di fare sindacato – ha concluso Bendini –, perché esce dall’idea di fare solo contrattazione e si occupa della qualità della vita delle persone”.