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Mesi di indagine per furti avvenuti nelle chiese. Arrestati gli autori.

Da maggio, fino a settembre quando l’indagine è entrata nella sua fase finale: ci sono voluti 5 mesi per riuscire a ricostruire una rete di furti e ricettazione di opere sacre diramata nel centro Italia, tra Assisi l’Altotevere, la Toscana  e la zona di Macerata.

L’attività d’indagine, condotta dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Perugia, insieme ai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Città di Castello e della Stazione Carabinieri di Umbertide, nasce dalla denuncia di furto, presentata dal parroco della Chiesa della Collegiata di Umbertide, Monsignor Don Pietro VISPI, dalla quale erano stati rubati alcuni oggetti sacri contenenti preziose reliquie di Santi.

Gli accertamenti hanno portato ad individuare, grazie alle immagini ricavate da una delle telecamere di sorveglianza e un testimone oculare, il presunto autore del furto, un quarantaquattrenne pregiudicato di origini sarde residente da anni in Umbria, poi arrestato a settembre.

Gli approfondimenti sui movimenti dell’uomo, sia nei giorni precedenti il furto di Umbertide, che nel periodo successivo con l’attività d’indagine, di osservazione, controllo e pedinamento, hanno portato gli investigatori a trovare ulteriori importanti riscontri anche in relazione ad una serie di furti simili avvenuti a partire da marzo, per arrivare ad intrecciarsi con la parallela attività d’indagine, condotta dai Carabinieri di Assisi, che già stavano “monitorando” l’indagato.

Perquisizioni a carico di diversi soggetti, nei confronti dei quali è scattata la denuncia, in stato di libertà, per ricettazione, individuati come diretti acquirenti di beni provento dei furti o di intermediari intervenuti nella compravendita. I provvedimenti, eseguiti oltre che in Umbria anche in Toscana e nelle Marche, hanno permesso di recuperare un ingente quantitativo di refurtiva.

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