Con la nomina del capitano Goulding a governatore di Sansepolcro, appena liberata, gli Alleati stanno ampliando il controllo della Valtiberina toscana. La situazione è ancora difficile a Pieve Santo Stefano. L’8 settembre cariche di esplosivo a orologeria innescate dai guastatori germanici faranno saltare il palazzo comunale e la torre campanaria.
Si tratta però degli ultimi sussulti dell’occupazione tedesca. Il 5 settembre, mentre si continua a combattere tra Bulciano, Montalone e Monte della Modina, gli anglo-indiani raggiungono il santuario de La Verna. L’indomani i loro primi reparti sono al passo di Viamaggio; ne assumeranno il pieno controllo il 13. Cercano di proseguire per Badia Tedalda, ma la strada è devastata da crateri e i ponti sono distrutti.
Il passaggio del fronte lascia una scia di sangue. Anche i “liberatori” pagano un prezzo elevato, con 544 caduti della loro fanteria e delle truppe corazzate. Il 69% di essi sono indiani: 140 gurkha, 77 mahratta, 46 beluci, 44 punjabi, 27 garhwali, 25 sikh. I caduti britannici sono 170. È ancora difficile censire quelli tedeschi.
La valle è distrutta, prostrata. Perdono la vita per la guerra 822 civili. Nei 15 comuni altotiberini, 200 persone muoiono per cannoneggiamenti e mitragliamenti, 127 per bombardamenti alleati, 224 per l’esplosione di mine e residuati bellici, 157 uccise dai tedeschi. Sono inoltre 54 i partigiani caduti in combattimento o fucilati.
Si chiude qui questo succinto “Diario del 1944”. Ringrazio i numerosi lettori che, seguendolo con costanza e contribuendo a divulgarlo, hanno mostrato un forte attaccamento alla comunità altotiberina e alla sua Memoria.