Sorpasso agli ultimi tre metri e Gubbio bissa il successo dello scorso anno al Palio della Vittoria di Anghiari, che ha vissuto l’edizione numero 20 dell’era moderna sotto una grigia cappa di umidità tale da marchiare non poco la già calda giornata di ieri. A Manuel Moriconi, protagonista unico nel 2023, succede nell’albo d’oro il concittadino Antonio Rossi, 23 anni, laureando in Economia e Commercio, che ha mandato di nuovo in visibilio la città di Sant’Ubaldo al termine di 1440 metri di corsa non certo privi di colpi di scena.
Allo start, dato rigorosamente alle 20.15, non mancano le prime inevitabili scaramucce, tuttavia Ivan Poggi di Firenze, vincitore nel 2017, riesce a liberarsi dalla bagarre e sulla sua scia si porta l’anghiarese Federico Dragoni (il migliore fra gli altotiberini), che tenta invano di braccarlo. All’imbocco della Ruga di San Martino, il podista fiorentino ha guadagnato terreno, anche se spunta con un passo alquanto deciso Tommaso Chiesa di Milano, che si avvicina sempre più e nel punto in cui l’ascesa si fa più ripida passa agevolmente un Poggi che ha rallentato il passo. Il trionfo sembra nelle mani del 26enne lombardo quando accade l’impensabile: dalle retrovie, ecco Antonio Rossi che accelera, recupera vistosamente e proprio davanti alla linea di arrivo piazza l’acuto a spese di un Chiesa oramai esausto e sorpreso sul più bello, perché pensava di avere in tasca il primo posto.
Rossi ha coperto il tracciato in 7’24”, precedendo di un secondo Chiesa e di 7 il pur bravo Poggi. Gubbio-Milano-Firenze sull’ipotetico podio, dal momento che esistono di fatto solo un vincitore e il Comune che rappresenta, appunto Gubbio, al quale verrà consegnato più avanti lo stupendo drappo realizzato dalle merlettaie dell’associazione “Il Tombolo di Anghiari”. Hanno portato a termine la fatica tutti e 80 i concorrenti iscritti, per un totale di 19 Comuni in gara, con Cesena e San Benedetto del Tronto all’esordio. “È stato bellissimo – ha commentato Rossi – perché ho strappato la vittoria in extremis, ma l’avevo sulle gambe. Quando ho intuito che eravamo quasi in cima e che avrei dovuto stringere i tempi, ho deciso di dare tutto e ce l’ho fatta”. Per lui anche l’abbraccio dei genitori e dei compagni di squadra, saliti tutti assieme sul palco di piazza Baldaccio. Un pizzico di delusione sul volto di Tommaso Chiesa, anche se… “Non ne avevo più – ha detto – però se anche con la coda dell’occhio mi fossi accorto dell’arrivo del mio avversario avrei provato un ultimo disperato allungo”.