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Picchettaggio aziendale per la Nardi. Lavoratori ancora in sciopero dopo l’incontro fra i sindacati e l’azienda

Ancora brutte notizie per l’azienda Nardi dopo l’incontro di questa mattina tra le forze sindacali e l’amministratore delegato Paolo Carloni. Il confronto è stato soltanto interlocutorio: poco ancora è emerso rispetto al ” piano industriale ” da tempo richiesto. Confermati per ora gli ammortizzatori sociali allo scadere, il prossimo 5 febbraio, del contratto di solidarietà.

Per i 104 dipendenti dunque cassa integrazione ma anche la ristrutturazione. Ormai è sempre più chiaro l’intento di ridimensionamento: su questo anzi la situazione si aggrava, visto che le unità lavorative potrebbero essere drasticamente ridotte a 20, massimo 25, con la conseguente chiusura di tutti i settori aziendali ad eccezione del montaggio, dell’ufficio tecnico e di quello commerciale .

Niente da fare nemmeno per gli arretrati che gli operai devono ancora percepire( novembre, dicembre e tredicesima) cui si aggiungono i contributi da versare all’INPS, i TFA e tutti i fornitori . La giustificazione della finanziaria subentrata alla famiglia Nardi sarebbe quella della mancata registrazione alla Camera di Commercio del nuovo assetto societario ma assai peggiore è la mancanza di liquidità. A ciò l’amministratore delegato ha aggiunto le perdite registrate nel 2017 su un fatturato inferiore a 5 milioni di euro. È questo a fronte di incassi per oltre 30 milioni di euro negli anni passati.

Un futuro nerissimo attende quindi i dipendenti così come l’azienda, per la quale non è neppure da escludere uno spostamento. Viene intanto confermato lo sciopero generale di tutti i dipendenti della Nardi, cui si aggiungono il blocco delle merci e il cosiddetto ” picchettaggio aziendale ” a partire da domani. Intanto già per la prossima settimana è probabile  un nuovo incontro, questa volta anche con gli altri azionisti della nuova finanziaria.

E i sindacati ribadiscono le loro richieste: rifinanziamento dell’azienda, ripresa della produzione per non perdere il portafoglio clienti, che al momento vede ferme commesse per circa un milione e mezzo di euro, e piano industriale definitivo.

 

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