Ricorrono oggi i 50 anni dal referendum del 12 e 13 maggio 1974, promosso al fine di abrogare la legge che nel 1970 aveva introdotto in Italia l’istituto del divorzio. Come è noto la norma restò in vigore grazie all’affermazione del No con il 59,26% dei voti, mentre il Sì – che puntava a cancellare il divorzio – si fermò al 40,74%.
Esaminando i risultati nell’Alta Valle del Tevere, si nota che tanto il lato toscano quanto quello umbro del comprensorio garantirono al No un consenso superiore alla media nazionale ed in linea con quello delle province e delle regioni di appartenenza. In particolare, l’Altotevere, oltrepassando il 70%, fece segnare un dato maggiore rispetto alla provincia di Perugia (66,29%) e all’Umbria (67,37%), mentre il 67,31% della Valtiberina fu superiore al risultato della provincia di Arezzo (64,79%) e leggermente inferiore a quello della Toscana (69,6%).
Nel dettaglio dei singoli comuni, il Sì si affermò solamente a Sestino, dove i voti contrari al divorzio raggiunsero il 53,78%. Sempre sul versante toscano, ad alzare significativamente la media a favore del No furono i due comuni più popolosi: Sansepolcro si attestò al 73,15% e Anghiari al 70,62%, mentre i numeri degli altri quattro comuni, oscillando fra il 58,12% di Badia Tedalda e il 59,92% di Caprese Michelangelo, rispecchiarono quasi perfettamente il dato nazionale.
En plein del No, invece, fra gli otto comuni dell’Altotevere umbro, anche se solo di stretta misura a Monte Santa Maria Tiberina (51,04%). Ampiamente sopra la media nazionale tutti gli altri risultati, a partire dal 65,59% di Città di Castello e poi a salire fino al 78,28% di Lisciano Niccone, il 79,97% di Montone e l’80,39% di Umbertide.
Sempre ad Umbertide si ebbe anche la maggiore affluenza (95,05%). La percentuale di votanti superò del resto il 90% quasi ovunque, con la sola esclusione di Badia Tedalda (89,49%), Pietralunga (87,63%) e Sestino (86,03%). In questi ultimi due casi il dato fu appena al di sotto di quello nazionale (87,72%).