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In Toscana la tassa sui rifiuti è troppo cara, secondo Confcommercio che lancia l’allarme: “Così si frena lo sviluppo”.

La tassa sui rifiuti è sempre più cara anche in Toscana per famiglie e imprese. Lo rivela l’ultima indagine dell’Osservatorio Tasse Locali di Confcommercio, che colloca la regione al quinto posto nella classifica della Tari più salata, con 240,7 euro di media pro capite, dietro a Lazio, Sardegna, Campania e Umbria, dove la media pro capite è compresa fra 261,6 euro e 240,8 nell’anno 2018. In generale, Firenze, Pistoia, Pisa, Carrara e Siena risultano essere tra le province più care; Arezzo la più virtuosa, visto che riesce più delle altre a contenere la tassa sui rifiuti. Nell’elenco delle categorie merceologiche più tassate in Toscana svettano ortofrutta, pescherie e di seguito, a scalare, tutte le altre tipologie di imprese del terziario. Alle tariffe salate si aggiunge un altro elemento di criticità. La gran parte dei Comuni capoluogo di provincia continua a registrare nel 2018 una spesa superiore rispetto ai propri fabbisogni. Questo nonostante che il 2018 avrebbe dovuto rappresentare una svolta. Dal 1° gennaio, infatti, i Comuni avrebbero dovuto avvalersi anche delle risultanze dei fabbisogni standard nella determinazione dei costi relativi al servizio di smaltimento dei rifiuti. Per Confcommercio servono azioni concrete ed efficaci affinché si limiti la libertà fino ad ora concessa ai Comuni di poter determinare il costo dei piani finanziari includendo voci di costo improprie (come i costi del personale) e soprattutto che vincoli gli enti locali al rispetto di norme di legge come quella che li obbliga a tenere conto dei fabbisogni.

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