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Città di Castello, un lavoro per le donne vittime di violenza

Firmato l’accordo che agevola l’occupazione di coloro che subiscono abusi e maltrattamenti

Nelle interviste: Veronica Baldoni, referente Centro Anti Violenza - ass. Liberamente Donna; Letizia Guerri, ass. Pari Opportunità; Raoul Ranieri, pres. Confindustria Altotevere.

È stato sottoscritto a Città di Castello un protocollo di intesa operativo – il primo in Italia, secondo quanto riferisce il Comune tifernate – per favorire l’inserimento occupazionale delle donne vittime di violenza. L’accordo è stato firmato dall’amministrazione comunale, come capofila della Zona sociale 1 dell’Alta Valle del Tevere, con Cgil, Cisl, Uil, Confindustria e Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro dell’Umbria.

Protocollo lavoro donne vittime di violenza

Come funziona il protocollo. I servizi sociali del Comune, su indicazione del centro antiviolenza “Medusa”, servizio gestito dall’associazione Liberamente donna Ets, segnaleranno ai centri per l’impiego dell’Arpal le donne che hanno avviato un percorso di uscita dalla violenza per cui si ritiene opportuno chiedere l’inserimento lavorativo. A seguito di un’istruttoria per valutare competenze e attitudini, Arpal proporrà le persone selezionate in base ai profili richiesti. Cgil, Cisl e Uil avranno il compito di sensibilizzare le imprese, supervisionare il rispetto dei contratti di lavoro e promuovere forme di collaborazione che tengano conto delle fragilità legate a vissuti di violenza. Confindustria si farà carico di sensibilizzare i propri partner, ma anche di comunicare le loro necessità di lavoro. Un’attività già iniziata e che ha visto emergere le prime disponibilità da parte delle aziende.

Dati preoccupanti. Un lavoro di raccordo che è già iniziato e che ha visto emergere le prime disponibilità da parte di aziende del comprensorio, pronte ad accogliere le donne che subiscono violenza, vittime di una piaga che anche in Alta Valle del Tevere appare in espansione. Da gennaio a ottobre 2023 sono stati infatti 36 i nuovi casi presi in carico dal Centro comunale antiviolenza “Medusa” di Città di Castello, un dato in linea con i 46 nuovi ingressi registrati complessivamente nel 2022. Le chiamate registrate nei primi dieci mesi dell’anno sono state in tutto 510, gesti di disperazione che in 257 occasioni hanno dato seguito a colloqui individuali per esaminare le vicende nelle quali erano coinvolte le donne che si sono rivolte al servizio.

I commenti. “Sono i numeri a dire che abbiamo il dovere di assumerci sempre nuove responsabilità nei confronti delle donne vittime di violenza e oggi, tutti insieme, istituzioni pubbliche, sindacati e imprenditori, diamo per primi in Italia una risposta che è frutto di grande volontà e concretezza”, ha dichiarato in conferenza stampa il sindaco Luca Secondi insieme all’assessore alle Pari Opportunità Letizia Guerri e all’assessore alle Politiche Sociali Benedetta Calagreti. Un messaggio sottoscritto dal sindaco di Citerna Enea Paladino, dall’assessore alle Politiche Sociali di San Giustino Andrea Guerrieri e dall’assessore alle Politiche Sociali di Umbertide Lara Goracci, che hanno preso l’impegno di supportare al meglio per quanto di competenza l’attuazione del protocollo, dando atto al Comune di Città di Castello del fondamentale ruolo a contrasto della violenza sulle donne svolto finora con i propri uffici, in particolare con la referente comunale del Centro Anti Violenza di Città di Castello Lorenza Scateni e con la responsabile del Centro antiviolenza “Medusa” Veronica Baldoni. “L’appuntamento di oggi è il frutto della buona politica e di ciò, come cittadino, imprenditore e come rappresentante della Sezione Alta Valle del Tevere di Confindustria Umbria sono molto orgoglioso”, ha detto il presidente degli industriali locali Raoul Ranieri. “Le imprese del nostro territorio hanno sentito la responsabilità di impegnarsi per supportare le donne vittime di violenza offrendo loro un’opportunità occupazionale, attraverso cui restituire la dignità, l’indipendenza economica e la possibilità di reinserimento sociale in un ambiente sicuro e protetto”. A nome dei rappresentanti sindacali firmatari del protocollo (Fabrizio Fratini, Vanda Scarpelli e Barbara Mischianti della Cgil, Antonello Paccavia della Cisl e Sandro Belletti della Uil), Patrizia Venturini dello Spi-Cgil Umbria ha evidenziato “l’unicità di un protocollo d’intesa che mette insieme Comuni, sindacati e rappresentanze datoriali di un territorio, laddove le uniche esperienze analoghe note nel nostro Paese hanno riguardato finora singole realtà aziendali”. Nel chiarire che a essere direttamente coinvolti nelle azioni previste dal protocollo saranno il centro per l’impiego di Città di Castello e lo sportello di Umbertide, Francesco Giovagnoni, responsabile dell’area Umbria Nord di Arpal Umbria, a nome del direttore generale Paola Nicastro ha rimarcato come “per ARPAL Umbria la collaborazione con il Comune di Città di Castello e tutti i sottoscrittori del Protocollo sia una importante opportunità per favorire l’emancipazione economica femminile”.

 

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