Importante decisione del giudice Natalia Giubilei del Tribunale di Perugia al termine della seconda udienza sul mortale incidente stradale di San Giustino nel quale la sera del 3 dicembre 2022 morirono quattro giovani residenti nella parte umbra dell’Altotevere. Nel precedente dibattimento dello scorso 7 maggio, gli avvocati di tre delle quattro vittime – cioè di coloro che erano passeggeri a bordo della Fiat Punto schiantatasi contro il pilone del ponte dell’Altomare privo di guard-rail, lungo la ex statale 3 bis Tiberina – avevano chiesto la citazione in causa del Comune di San Giustino e della compagnia con la quale era assicurata la vettura perché fossero ritenute responsabili dal punto di vista civile qualora si dovesse arrivare a una condanna.
A esse, quindi – per i parenti dei tre ragazzi – dovrà eventualmente spettare l’obbligo di risarcire le parti lese. Dopo il lungo dibattimento in aula, il giudice Natalia Giubilei ha sciolto le riserve e accolto le istanze avanzate dai legali di Gabriele Marghi e Nico Dolfi, i due 22enni di Città di Castello e della 17enne Luana Ballini di Monte Santa Maria Tiberina, mentre l’altra ragazza morta – quella al volante della Punto – era Natasha Baldacci, anche lei di 22 anni e di Città di Castello. La prossima udienza è stata fissata per martedì 22 ottobre e quel giorno, oltre ai due funzionari del Comune (uno è ora in pensione) che sono i principali imputati, compariranno anche l’amministrazione sangiustinese e la compagnia assicurativa.
Gli avvocati dei tre ragazzi, che sono Eugenio Zaganelli, Giacomo Bacchi, Gloria Cangi e Riccardo Vantaggi, hanno accolto positivamente la decisione del giudice; i familiari della Baldacci sono difesi dall’avvocato Leonardo Gabrielli, mentre i due funzionari si sono affidati rispettivamente agli avvocati Luca Fanfani e Vittorio Betti. In base alla Procura di Perugia, i due funzionari non avrebbero provveduto alla “ricostruzione della idonea barriera stradale”, rimossa a seguito del precedente sinistro avvenuto nell’aprile del 2018, “quale necessario dispositivo di sicurezza a protezione della pila del ponte”. Per il pm Paola Britti, la presenza delle barriere di sicurezza, quindi il riposizionamento del guard-rail divelto, avrebbe potuto evitare lo schianto contro la pila del ponte. A supporto della difesa c’è invece un codice della strada che non prevede l’obbligatorietà dei guard-rail all’interno dei centri urbani, laddove vige il limite dei 50 chilometri orari.