Alla fine, soltanto una delle bombe risalenti alla seconda guerra mondiale e rinvenute lunedì scorso nel torrente Afra poco fuori il centro urbano di Sansepolcro, è stata fatta brillare nel primo pomeriggio di giovedì 21 marzo dagli artificieri dell’Esercito provenienti dal 2° Reggimento Genio Pontieri di Piacenza. I tre ordigni erano stati segnalati alle forze dell’ordine da un passante, che li aveva notati proprio sotto il ponte San Francesco, lungo la strada comunale che conduce all’eremo di Montecasale e alla frazione Montagna.
Sul posto si erano recati gli agenti del locale Commissariato di Polizia, che avevano messo in sicurezza la zona sul lato sinistro del ponte per chi proviene dalla città; zona rimasta transennata per un paio di giorni. Una volta attivate le procedure di neutralizzazione delle possibili minacce, è stato atteso l’arrivo degli esperti dalla città emiliana, che nella tarda mattinata hanno rimosso gli ordigni dal letto del corso d’acqua per trasportarli poi in una cava nelle vicinanze di Santafiora, vicino al Tevere e procedere infine con il brillamento di una sola bomba, dal momento che le altre due erano da esercitazione. Nello specifico, si trattava di una bomba d’aereo da esercitazione, di una bomba da fucile illuminante e di una bomba da mortaio di grande capacità illuminante.
Quello di ieri a Sansepolcro è stato solo dell’ultimo di una serie di ritrovamenti bellici sul territorio della provincia di Arezzo. Lo scorso anno si sono contati 30 interventi in tutto l’Aretino. Semmai, qualche punto interrogativo può essere sollevato su come sia stato possibile individuare solo ora i tre ordigni in un tratto di torrente abbastanza frequentato con acque limpide e peraltro salito, purtroppo, alla ribalta della cronaca nazionale per l’omicidio di Katia Dell’Omarino, avvenuto nel luglio del 2016 e consumato a pochissimi metri di distanza.
