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Appello della Soprintendente: il museo di Piero diventi antisismico

Il Museo di Piero della Francesca diventi antisismico: la richiesta è stata avanzata al Ministero per i Beni e le Attività Culturali dall’architetto Anna Di Bene, responsabile della nuova Soprintendenza che riunisce le tre province di Arezzo, Grosseto e Siena. La messa in sicurezza antisismica costituirebbe un’operazione da diverse centinaia di migliaia di euro. È questa una delle novità legate al restauro in atto della Resurrezione di Piero della Francesca.

Ma c’è dell’altro.

Dopo il dottor Aldo Osti, ex dirigente Buitoni che ha reso possibile l’operazione donando la somma di 100mila euro, compare sulla scena un secondo «mecenate» della situazione: si chiama Guido Sarti, è un gallerista di Parigi e ha devoluto 5000 euro. E dunque considerando i 100mila euro donati da Osti e i 40mila del Comune al momento i soldi a disposizione sono a quota 145000. Ma chiunque può fornire un contributo in denaro alla Fondazione Piero della Francesca, sull’esempio di Sarti.

Quanto al restauro della Resurrezione, è appurato che Piero fece ricorso alla tecnica mista adoperando in alcune parti i colori sul muro a secco: quindi non si tratterebbe esclusivamente di un affresco. Ma allora c’è anche da chiedersi se la Resurrezione sia stata dipinta nella parete dove si trova, oppure se vi sia stata trasferita. Un quesito che a questo punto diviene determinante per garantire la salvezza di questo straordinario capolavoro della pittura rinascimentale, soprattutto ora che si torna a parlare di sicurezza antisismica. E allora se si scoprisse reale la seconda ipotesi, quella dell’antico trasferimento del dipinto, trattandosi in quel caso, peraltro tutto da verificare, di un pezzo staccato, l’opera di Piero potrebbe probabilmente presentare caratteristiche di elasticità sensibilmente maggiori. Sullo specifico argomento, la restauratrice Paola Ilaria Mariotti non ha escluso la possibilità che Piero della Francesca abbia potuto realizzare la Resurrezione altrove, anche se non lontano dalla posizione attuale del dipinto. Anche sullo stato di conservazione di questo capolavoro, agli esperti è sembrato peggiore di ciò che era stato ipotizzato in un primo momento.

Vedremo dunque se, fra costi del restauro che potrebbero crescere da una parte e situazione più precaria dell’opera dall’altra, i tempi del ripristino potranno essere rispettati.

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