Il massiccio dell’Alpe di Catenaia, con Caprese Michelangelo, funge per i tedeschi da avamposto della Linea Gotica, l’imponente sistema difensivo appenninico con il quale, più a nord, mirano a bloccare l’avanzata nemica.
L’offensiva degli Alleati, denominata Operazione Vandal, prende il via da Montauto nella notte dal 3 al 4 agosto. Durerà diversi giorni e sarà sanguinosa. Un ruolo essenziale nella lunga battaglia lo recitano i genieri: la mancanza di strade su quei monti obbliga ad aprire piste anche per jeep e carri armati man mano che l’avanzata procede, così da rifornire costantemente la prima linea. L’ascesa costringe i soldati indiani a un tremendo sforzo fisico. L’attacco coglie di sorpresa i tedeschi, che lo ritengono più probabile sull’altro versante dell’Alpe di Catenaia, verso l’Arno.
Intanto, con il ritorno di tanti sfollati, Sansepolcro comincia a ripopolarsi. Trovano una città martoriata. Rientrano per primi quanti si sono rifugiati nella pianura, pesantemente investita dai combattimenti; poi anche molti di quelli sfollati sulle montagne, dove i tedeschi la fanno ancora da padroni.
Nella notte dal 3 al 4 agosto, rientrano in città anche i partigiani. Viene lanciato un appello a tutti gli uomini in grado di dare una mano per difenderla da ulteriori offese e per assistere la popolazione. Nel giro di pochi giorni si costituisce una milizia civica di 150 uomini; altri se ne aggiungeranno.
I carri armati britannici sono a poca distanza e per tre volte raggiungono Sansepolcro in esplorazione; ma non vi si trattengono. La città, così come il territorio umbro di San Giustino, è abbandonata a se stessa.
Per approfondire: Storia tifernate. Operazione Vandal: battaglie di Monte Filetto e Monte Altuccia.